Meno soldi e più servizi per aiutare i donatori

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Meglio un contributo da tempi di "vacche magre" o un rapporto di...

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Meglio un contributo da tempi di "vacche magre" o un rapporto di collaborazione vera? Comune di Udine e Associazione friulana donatori di sangue, con un protocollo siglato ieri nella cornice del castello di Udine, hanno deciso di battere la seconda strada, più proficua, cosa mai successa in precedenza. A raccontare come ci si è arrivati è il presidente dell'Afds Renzo Peressoni: «Il Comune di Udine ha problemi economici e per i donatori di sangue aveva a disposizione un contributo di 900 euro - ricorda -; però a Udine sono attive 21 sezioni, come in nessun'altra città in Italia, oltre a quelle professionali e a quelle presenti in tutti gli istituti superiori, quindi ogni sezione si sarebbe trovata a ricevere 40 euro in due tranche: quasi una presa in giro». Rifiutare? Non pareva il caso. La via d'uscita è saltata fuori, dopo un primo confronto con l'assessore Simona Liguori. L'accordo di reciproca collaborazione, stretto alla presenza di tutti i rappresentanti delle sezioni cittadine intervenuti con i labari, varrà per due anni, rinnovabili, e avrà ricadute concrete. «Per le iniziative dell'Afds non sarà richiesto il pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico - esemplifica Peressoni -, per i nostri manifesti non dovrà essere versata tassa di affissione, oppure, se richiederemo una sala per una serata di educazione sanitaria non ne pagheremo l'affitto, come se si trattasse di una manifestazione del Comune. È molto più quindi che ricevere un contributo. È una cosa più seria, dignitosa ed efficace». Soddisfazione quindi da parte del sindaco Furio Honsell, dell'Afds e dei donatori che sono stati pubblicamente ringraziati per l'attività svolta con una pergamena ricevuta durante la cerimonia, conclusa da un brindisi. L'accordo è giunto alla vigilia del congresso provinciale in programma stamane a Tarvisio. Negli ultimi otto mesi c'è stato un calo nel dono del 2.08 per cento a Udine, del 2.8 a Gorizia, del 4 per cento a Pordenone e del 12 a Trieste. «Di positivo c'è che l'offerta resta superiore alla domanda» sottolinea il presidente Afds. Il saldo è positivo per più di 10mila donazioni che sono state dirottate in collaborazione con il Centro nazionale sangue. Solo al Policlinico Gemelli di Roma l'anno scorso sono state destinate 7400 sacche. Il punto è che ormai, come chiarisce Peressoni, si trasfonde molto meno a livello europeo: il Belgio è passato da 70 sacche per mille abitanti a 50, l'Italia da 45 a 40 e in Friuli si è a quota 26.9 sacche. Si impiegano invece di più gli emoderivati e questa tendenza consolidata e il futuro delle donazioni saranno al centro del dibattito nella cittadina di confine che coinvolgerà i rappresentanti dei donatori dei Paesi limitrofi.
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Il Gazzettino