​Renzi, un Mandrake dei nostri giorni o un serio uomo di Stato?

​Renzi, un Mandrake dei nostri giorni o un serio uomo di Stato?
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Caro direttore,

anni addietro, nei varietà televisivi era normale vedere bei numeri di illusionismo; quei tempi sono passati, ma da oltre un anno abbiamo in Italia un personaggio col nome di un Evangelista, che fa ogni giorno le sue profezie e siccome abbiamo tanto bisogno di qualcuno che ci convinca che anche in Italia le cose si possono fare e bene, ce ne siamo quasi tutti un po’ innamorati. Tuttavia, se potessi dargli un consiglio, gli direi: cancella tutti gli impegni non istituzionali, stai fermo a Palazzo Chigi, convoca i dirigenti dei vari ministeri chiedi loro quanti decreti di attuazione di leggi già approvate hanno nei cassetti e vai avanti finché sarà ridotto l’ arretrato; dopo di ché se la disoccupazione e il debito pubblico e le tasse continueranno ad aumentare - scusami se mi permetto - dovrai farti un esame di coscienza per capire se vuoi passare alla Storia come un uomo di Stato, o come un Mandrake dei nostri giorni.




Gino De Carli

Belluno





Caro lettore,

credo che a Matteo Renzi non dispiacerebbe affatto passare alla storia come un Mandrake dei giorni nostri. Ma il Mandrake a cui il premier ambirebbe assomigliare non è l'abilissimo illusionista che milioni di lettori hanno conosciuto, ma quello prima maniera: un mago dotato di poteri straordinari, compreso quello di far resuscitare i morti. Del resto non è proprio questo di cui abbiamo bisogno? Battute a parte, l'Italia e gli italiani già in passato si sono fatti ipnotizzare dalle mirabolanti promesse del condottiero di turno, quindi, non fosse altro che per questo motivo, un sano scetticismo anche nei confronti di Renzi è legittimo e giustificato. Il quale a onor del vero un mezzo miracolo l'ha già compiuto: portare oltre il 40% di voti il Partito Democratico. Solo che adesso, forte anche di quel consenso, deve trovare la forza per tradurre in riforme le promesse. Ce la farà? Non ha alternative.



Di Renzi si dice spesso che sia un bravissimo comunicatore. È un giudizio riduttivo. Il premier è in realtà un abilissimo attivatore di speranze. E questa è già una qualità importante in un Paese come il nostro avvilito e anche un po' rassegnato. Ma giunge il momento in cui bisogna dare concretezza alle speranze, non deluderle. Anche perché se le illusioni aiutano a vivere, le delusioni ottengono il risultato opposto. E questo non ce lo possiamo permettere. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino