Riscoperto il Pignoletto d'oro, mais del '700: pasticceri pronti alle ricette

La pannocchia di mais della varietà Pignoletto d'oro di Rettorgole
CALDOGNO - Si chiama Pignoletto d'oro. Non è un premio e nemmeno un concorso, ma il nome di una varietà di mais che a Caldogno - esattamente nella frazione di Rettorgole -...

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CALDOGNO - Si chiama Pignoletto d'oro. Non è un premio e nemmeno un concorso, ma il nome di una varietà di mais che a Caldogno - esattamente nella frazione di Rettorgole - tornerà presto a essere coltivata per diventare un prodotto tipico locale. Per il comune berico si tratta di una felice riscoperta dopo anni di oblio.




"Il Pignoletto è citato in alcuni documenti del '700 - osserva l'assessore alla cultura Luisa Benedini -. E' stato oggetto di scambi nel Vicentino fino alla fine dell''800, quando fu sostituito dalla varietà Marano, il "maranello". Veniva coltivato nelle campagne umide a nord di Vicenza".



Dalla terra alla cucina il passo è breve. Questo speciale tipo di granoturco potrebbe essere trasformato in farina base per le specialità di pasticceri, ristoratori e fornai. Il bussolà vicentino, per esempio, sarebbe nato proprio con il Pignoletto. Lo dimostrerebbero gli affreschi di villa Caldogno. "Nelle tavole imbandite si nota il bussolà - conferma Benedini - Pare sia stato realizzato con questo mais. Lo si capirebbe dal colore particolarmente giallo".



Nel frattempo a Rettorgole è stato fatto un test. L'estate scorsa Antonio Filippi, socio dell'azienda Molino Filippi di Castelnuovo di Isola Vicentina, ha messo a dimora alcune piante del cerale per ottenere i semi. "Sembra che il raccolto si sia adattato al clima e alle nuove tecniche di coltivazione - conclude Benedini - Ora però dobbiamo passare alla prova degustazione". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino