I primi dieci anni del parco del Sojo, arte contemporanea e natura

Sgarbi, Morlin e uno scorcio del parco
COVOLO DI LUSIANA - (Cs) Vittorio Sgarbi ci arrivò in piena notte. A un incontro a Vicenza aveva trovato Diego Morlin, che gli suggerì quel parco. Il critico volle andarci...

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COVOLO DI LUSIANA - (Cs) Vittorio Sgarbi ci arrivò in piena notte. A un incontro a Vicenza aveva trovato Diego Morlin, che gli suggerì quel parco. Il critico volle andarci subito. Così le macchine si arrampicarono fino al Covolo, frazione di Lusiana, nei Sette Comuni.




Tirarono giù dal letto il custode che aprì per il super Vittorio la chiesetta della frazione, datata 1100, con affreschi cinquecenteschi. E poi si continuò, alla luce delle torce, con la visita al parco, nel buio pesto. Sgarbi volle anche sedersi sul trono, una delle opere disseminate nell'ambiente del Sojo.







Dieci anni sono passati dal 18 giugno 2005, giorno dell’inaugurazione del Parco del Sojo Arte e Natura. La prima esposizione di arte contemporanea inserita in un ambiente naturale è stata un'invenzione di Diego Morlin, architetto novese e bassanese, prodotto diuna famiglia di artisti e ceramisti. Il padre Severino fa sculture e pitture, il fratello Guanluca, valente ceramista figurativo, è il braccio destro di ogni operazione. E i primi dieci anni del Sojo vengono celebrati sabato 20 giugno con una giornata speciale: alle 11 la messa celebrata nel teatrino del parco; alle 12.30 il 12.30 pranzo su prenotazione; alle 15 la presentazione della pubblicazione data alle stampe per i primi 10 anni.



Sono stati dieci anni di visite, concerti, teatrini, conferenze, installazioni d'arte. Il Sojo è una enorme bancata di roccia prescelta come palestra di arrampicata dai climber estremi. Sopra si sviluppa il parco, tre ettari di sentieri e bosco, e in mezzo già 82 installazioni di artisti italiani e stranieri, realizzate con molteplici materiali quali l’acciaio corten, la pietra, il legno, il gres, utilizzando svariate tecniche. Ogni artista ha avuto la possibilità di scegliere in quale luogo dar vita o collocare l’installazione.



"In questi primi dieci anni son passati nel parco circa 60.000 visitatori - dice Morlin -. All’inizio l’ingresso al Parco non era a pagamento, ma col passare del tempo ci si è resi conto della necessità di “scremare” le visite per evitare che il luogo, anche di meditazione e riflessione, venisse invaso in modo troppo rumoroso e poco rispettoso. L’idea di fondo è stata quella di considerare il luogo visitabile da persone con una spiccata sensibilità per l’arte e per la natura, senza per questo precludere l’accesso a chiunque ne facesse richiesta. Il Parco, l’intorno, la contrada di Covolo meritano un’attenzione particolare affinché il delicato equilibrio tra natura, arte e tradizione, non vada irrimediabilmente perduto. In questa attenzione e propensione al futuro, vi è la volontà di collocare, ad intervalli di due, tre anni, nuove installazioni con lo scopo di far crescere il parco, un “organismo” che muta e si rafforza con nuove cellule". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino