L'atleta ideale? Per il Coni è quello che vince, costa poco e canta l'inno

Niccolò Campriani, medaglia d'oro nella carabina 50 metri
VENEZIA - La piccola Italia va meglio del previsto, a una settimana dalla conclusione quasi gli stessi ori di Pechino. Se le Olimpiadi fossero una classifica buona per lo spread,...

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VENEZIA - La piccola Italia va meglio del previsto, a una settimana dalla conclusione quasi gli stessi ori di Pechino. Se le Olimpiadi fossero una classifica buona per lo spread, questa Italia sarebbe sulla buona strada. E i tedeschi avrebbero altri buoni motivi per avercela con noi, a incominciare dalla posizione nel medagliere.




La scherma ha garantito metà dell’attuale bottino e tra armi e archi è stato fatto quasi il pieno. L’ultimo oro di Niccolò Campriani nella carabina con tanto di record è esemplare per il movimento olimpico azzurro: il trionfo di un altro di quelli che chiamano sport poveri, a basso budget. Per il presidente del Coni Petrucci questo è “l’atleta ideale”. Facile esaltare uno che vince, parla poco, canta l’Inno nazionale e si commuove mentre s’alza il tricolore.



L’Italia ha fortunatamente ancora atleti così. Forse sarebbe il caso che il Cio si ricordasse di loro, ma pare che i soldi servano ad altro. Il pranzo di quindici funzionari olimpici è costato 44.660 sterline, quasi 56 mila euro. Naturalmente si sono fatti servire un vecchio e pregiatissimo cognac, perché organizzare bene le Olimpiadi merita un brindisi!



Lo meriterebbe anche la Rai se fosse più puntuale nel farci vedere gli azzurri in gara. “Di tutto di più”, dice lo slogan; ma i diritti olimpici acquisiti lasciano buchi enormi e la logica degli spot spesso oscura le gare. Poi ci sono le interviste in diretta, benissimo in inglese, ma fateci un favore: fornite la traduzione, sempre. Questa è la Rai non è la Bbc: lo cantava già Arbore tanti anni fa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino