Le cosche calabresi: «Siamo in festa per la vittoria di Tosi a Verona»

Le cosche calabresi: «Siamo in festa per la vittoria di Tosi a Verona»
VERONA - Altre voci su presunti collegamenti delle cosche calabresi con Verona e col sindaco Flavio Tosi e la certezza che durante una visita del 2012 in Calabria il primo...

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VERONA - Altre voci su presunti collegamenti delle cosche calabresi con Verona e col sindaco Flavio Tosi e la certezza che durante una visita del 2012 in Calabria il primo cittadino fu pedinato dai carabinieri. È quanto emerge dalle carte dell’indagine “Kyterion”, un filone calabrese dell’inchiesta “Aemilia” secondo quanto scrive il Quotidiano del Sud. Tosi non è indagato, ma il 29 gennaio 2012 i suoi movimenti sono stati dettagliamente monitorati dai carabinieri che lo hanno seguito dal momento in cui è atterrato a Lamezia Terme, dove ha noleggiato una Citroen C4, alla cena tenuta a Crotone dopo la presentazione di un libro all’istituto professionale di Stato “Sandro Pertini”.




Nel mezzo ci fu peraltro una visita in Procura a Catanzaro, dove Tosi si è incontrato con il pm Claudio Villani, e una serie di incontri con alcuni imprenditori locali tra cui il presidente del Crotone Raffaele Vrenna, ras delle discariche e degli inceneritori. Ma anche con il presidente della Provincia di Crotone Stano Zurlo, il presidente locale di Confindustria Giovanni Lucente e il sindaco di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno.



I carabinieri, in sostanza, stavano eseguendo alcuni accertamenti circa il sostegno elettorale che la famiglia Giardino, di isola Capo Rizzuto, ha garantito a Tosi. Operanti da anni a Verona, dove gestiscono imprese edili e distributori di carburante, infatti, i Giardino vengono ritenuti dagli inquirenti contigui alla criminalità organizzata. Il sospetto è che questi imprenditori abbiano potuto avere rapporti con ambienti veronesi in relazione a un appalto “pilotato” per la realizzazione di un centro sportivo. Nel corso di una telefonata intercettata a Gino Frontera, arrestato a fine gennaio, quest’ultimo fa riferimento all’ “appoggio di ‘Alfonso’ (Alfonso Giardino, ndr) a Tosi”. «Io sono in festa – è la frase registrata dal cellulare di Frontera – ora che là a Verona ha vinto Tosi quello che appoggiavano loro, quindi secondo me sono in festa». “Si pone in evidenza – scrivono i carabinieri negli atti – che quando parla dell’appoggio elettorale non fanno riferimento alla sola persona (‘Alfonso’) ma viene usato il termine ‘loro’”.



Sempre secondo gli investigatori dell’Arma, i Giardino si sarebbero infiltrati nell’amministrazione Tosi attraverso Marco Arduinidetto il “dentista” grazie al quale sarebbero giunti all’allora assessore Marco Giorlo, “per ottenere – è scritto nell’informativa – lavori ed altra utilità come fare assumere persone al Comune di Verona”. “Quello è un tredici – dice Alfonso Giardino a Marco Arduini – Portalo a casa. Da quello che ho capito lo prendiamo noi in mano, in gestione. Sai cosa vuol dire?”. L’imprenditore calabrese è impaziente di vincere l’appalto. “Le indagini confermano - scrive l'Arma - il pieno coinvolgimento di Giardino Alfonso in dinamiche che riguardano la ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto”.



Voti e appalti frutto di relazioni e amicizie consolidate anche a tavola poche settimane prima. Il 28 maggio 2012 i carabinieri hanno filmato con la telecamera il pranzo all’osteria “Al Duca” di Verona al quale hanno partecipato i cugini calabresi, Marco Arduini e l’assessore Marco Giorlo. Inconsapevoli di essere intercettati, imprenditori, politici e mediatori parlano liberamente al telefono di appalti come se fossero stati vinti ancora prima dei bandi per l’assegnazione.



I rapporti tra la giunta Tosi e personaggi dell’imprenditoria crotonese, proprio in relazione agli appalti pubblici, erano stati raccontati da una puntata di Report dell’anno scorso, realizzata da Sigfrido Ranucci, duramente contestata dal sindaco leghista. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino