Il poliziotto era davvero malato

Il poliziotto era davvero malato
Il fatto non sussiste. È con questa formula che ieri il giudice del tribunale di Udine Angelica Di Silvestre, ha assolto un poliziotto della Questura di Udine accusato di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il fatto non sussiste. È con questa formula che ieri il giudice del tribunale di Udine Angelica Di Silvestre, ha assolto un poliziotto della Questura di Udine accusato di truffa, sospettato di essere andato a caccia mentre era in malattia dal lavoro. A puntare il dito contro Franco Bulfone, 50 anni, era stato un esposto anonimo che ne segnalava la presenza sui terreni di caccia nel periodo in cui, tra il settembre 2012 e il marzo 2013, era esentato dal servizio per gravi problematiche di salute.

Il sovrintendente era finito a processo dopo un'imputazione coatta, a seguito di richiesta di archiviazione dello stesso pm titolare del fascicolo Andrea Gondolo. Ieri, in aula, è stato ascoltato il dottor Alfonso De Maglio, consulente della difesa, che ha evidenziato come la patologia di cui soffriva e tutt'ora soffre il sovrintendente fosse indiscutibilmente provata tanto dalla copiosa certificazione medica quanto dagli esami clinici cui lo stesso si era sottoposto (ben 7 risonanze magnetiche), perfettamente coerenti con i riscontri oggettivi dei medici della Polizia di Stato. Il sovrintendente era stato ritenuto inidoneo al servizio. «Per un poliziotto l'idoneità - spiega il legale Lorenzo Reyes - deve essere supportata da un'integrità fisica tale da permettere tutto quanto possa essere chiesto a un tutore dell'ordine. D'altro canto l'attività venatoria, esercitata in pianura e interrotta da lunghe pause, non incideva sullo stato di patologia cronica». All'esito del dibattimento sono state sia l'accusa, il pm Luca Olivotto, sia la difesa, a chiedere l'assoluzione. «La sentenza toglie ogni dubbio sull'onorabilità e serietà del Sovrintendente Bulfone che ha sempre sostenuto la propria incensurabile condotta e il rispetto per l'autorità di appartenenza, oscurata da un procedimento tanto ingiusto quanto infondato», ha accolto con soddisfazione il provvedimento l'avvocato Reyes.
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino