UDINE - A leggere uno dietro l'altro i 300 articoli di cronaca di violenza sulle donne raccolti lungo 24 mesi, ci sono due elementi su tutti che hanno lasciato quasi esterrefatti...
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Pustetto, che le battaglie per la parità delle donne ha cominciato a farle nel Sessantotto, ieri continuava a non farsene una ragione, mentre raccontava questa evidenza riscontrabile nei fatti di cronaca. «Pensiamo di aver fatto tanta strada riguardo alla parità e invece tocca dire che c'è tanta apparenza e poca sostanza, nonostante le quote rosa e le donne nei consigli di amministrazione». E a peggiorare il quadro culturale è che «le mamme, e dunque le donne, continuano a difendere i figli maschi». I quali, «se riescono a sottrarsi al castigo di leggi ancora troppo garantiste, non potranno che maturare convincimenti per nulla positivi». Contemporaneamente, «si assiste a ragazze che non raccontano di aver subito violenza perché hanno paura di dirlo alla famiglia».
Ecco perché l'Associazione Tina con il volume «Il male che mi fai. Quando la violenza sulle donne diventa cronaca» spera di «entrare nei cuori e nelle menti per dar vita a una mobilitazione interiore che ci renda strumenti di battaglia». L'assessore provinciale alle Pari opportunità Elisa Asia Battaglia ha ricordato che, citando i dati di marzo del Ministero dell'Interno, in un anno in Italia 102 donne hanno perso la vita in ambito familiare; quasi 60mila hanno subito lesioni dolose; oltre 3600 violenza sessuale. Diecimila gli atti persecutori.
A.L. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino