Da un paio d'ore il Tribunale della Libertà di Brescia ha messo nero su bianco che Rocchetta, e come lui altri sei venetisti debbano essere liberati. L'accusa di associazione...
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Si scaglia contro i magistrati di Brescia che lo hanno dipinto come un terrorista: «Quelle accuse sono un oltraggio. Hanno preso una persona libera, che non ha mai fatto del male a nessuno, e l'hanno portata in un carcere. Un abominio frutto di costruzioni stravaganti e scioviniste da parte di persone che non vivono questa società e non la conoscono. Ma gli concedo un'attenuante: sono passati attraverso l'università coloniale italiana che li ha resi a loro volta colonizzatori».
Parla anche del famigerato tanko, costruito in gran segreto nelle campagne padovane: «Tutti quelli che abitavano attorno a quel capannone sapevano cosa si stesse costruendo là sotto. Io ho visto solo un mezzo cingolato, ancora ricoperto con pannelli di legno, che sarebbe dovuto servire per una cerimonia. E ne ho preso atto». E la cerimonia in questione doveva essere organizzata lungo la Riva degli Schiavoni a Venezia contro il monumento «dedicato all'Hitler del diciannovesimo secolo che risponde al nome di Vittorio Emanuele II». Ma non per abbatterlo o danneggiarlo, semplicemente per dimostrare -«in modo pacifico»- la rabbia del popolo veneto.
E poi se la prende anche con Floriana Casellato, sindaco di Maserada e deputata del Pd, che nei giorni scorsi lo ha pesantemente attaccato: «Parole ripugnanti dette per di più da una donna e contro una persona priva della propria libertà. La Casellato non mi conosce e non può conoscere tutte le risorse che ho impegnato per un'ideale. E mi dispiace che se la sia presa anche con chi è venuto a trovarmi».(((caliap))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino