«La Gusela è in Trentino», gaffe su Twitter della Fondazione Dolomiti

La Gusela del Vescovà
BELLUNO - La Gusela del Vescovà è in Trentino. Un errore clamoroso quello della Fondazione Dolomiti Unesco che giovedì sul suo profilo Twitter ha pubblicato una bella foto...

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BELLUNO - La Gusela del Vescovà è in Trentino. Un errore clamoroso quello della Fondazione Dolomiti Unesco che giovedì sul suo profilo Twitter ha pubblicato una bella foto dello sperone simbolo della città di Belluno con ben evidente l'hashtag #trentino. Ovviamente lo svarione non è passato inosservato e subito sul social network sono arrivate le critiche degli utenti, sospese tra il polemico e l'ironico. È intervenuto anche il sindaco di Belluno Jacopo Massaro che così ha commentato: «In Trentino? Questa è bella...».


C'è anche chi ha evidenziato che la stessa foto utilizzata dalla fondazione Unesco porta l'indicazione dell'archivio della provincia di Belluno. «Ma dai! Il bello è che sulla foto della Gusela c'è pure scritto "Archivio Provincia di Belluno"», ha scritto Fabio Prade. Il tweet con l'errore è comparso nella mattinata di giovedì ed è rimasto online sino al pomeriggio di ieri. Dopo la nostra intervista al segretario generale il tweet è stato rimosso (Twitter non consente modifiche ai post) e sostituito con uno nuovo nel quale è riproposta la bella immagine della Gusela ripresa da sud, con il profilo riconoscibile che si ammira dal centro del capoluogo. Un'icona per i bellunesi, accompagnata ora da queste (corrette) parole: «grazie x segnalazione errore materiale. Sempre attenti ns follower! Continuate a seguirci! #gusela #veneto #belluno».

Lo strafalcione va ad aggiungersi ai noti errori sui cartelloni promozionali posizionati lo scorso anno in luoghi strategici del Bellunese. In Comelico era comparsa una foto che immortalava il Cridola, ma sulla didascalia c'era scritto Popera, in Cadore gli Spalti di Toro sono stati confusi con le Marmarole. Imprecisioni analoghe sui cartelloni in Valle di Gares e in Valle del Mis. Gaffe che avevano suscitato l'indignazione di molti: le critiche piovvero sia sulla fondazione Dolomiti Unesco che aveva approvato i cartelloni, sia sulla Regione che li aveva finanziati. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino