Aveva ordinato su internet un kit, terra e spore, con cui costruire poi una specie di serra in cui coltivarsi i funghi allucinogeni. Stava aspettando la spedizione del pacco...
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«Fermo restando la convinzione che l'ipotesi accusatoria sia indimostrata e si possa al massimo configurare l'uso personale, sto aspettando che mi notifichino la convalida del sequestro per prendere qualsiasi decisione», spiega l'avvocato Federica Tosel, difensore dell'indagato, che potrebbe proporre riesame. «Le spore in quanto tali non dovrebbero avere alcuna capacità tossica e drogante». Secondo gli inquirenti, invece, all'interno dei barattoli di plastica ci sarebbe il principio attivo di psilocibina, una triptamina allucinogena presente in alcuni funghi. Per produrli, i barattoli devono essere immersi in acqua. I funghi vanno poi fatti essiccare. Masticandoli si ottengono gli effetti allucinogeni. Il ragazzo non sarebbe l'unico iscritto nel registro degli indagati, nel fascicolo in mano al pm Lucia Terzariol. Nei guai sarebbero finiti almeno altri due soggetti, un maschio e una femmina, sempre studenti universitari fuorisede all'ateneo di Udine. I tre indagati, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, non sarebbero mai entrati in contatto uno con l'altro. I tre avrebbero fatto acquisti autonomi, collegandosi sempre allo stesso sito olandese. In tutti e tre i casi il pacco sarebbe stato intercettato prima di arrivare a destinazione. Sarebbero finiti così sotto sequestro quasi due chili di sostanza stupefacente.
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Il Gazzettino