Alunno trova la porta aperta e scappa da scuola: ripreso dopo 300 metri

Alunno trova la porta aperta e scappa da scuola: ripreso dopo 300 metri
BASSANO/VALBRENTA - Il ragazzino ha chiesto di andare a fare la pipì, ha poi infilato una porta lasciata aperta e se n'è andato a spasso per il paese, forse per tornarsene...

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BASSANO/VALBRENTA - Il ragazzino ha chiesto di andare a fare la pipì, ha poi infilato una porta lasciata aperta e se n'è andato a spasso per il paese, forse per tornarsene a casa, lasciandosi la scuola alle spalle. Fortuna ha voluto che il personale scolastico si sia accorto della sua "fuga" quasi subito e che il giovanissimo studente sia stato ritrovato dopo trecento metri. Una vicenda abbastanza sconcertante, avvenuta alla scuola primaria di Valstagna dell'Istituto comprensivo della Valbrenta, guidato dalla dirigente Laura Guiotto.




Però il rischio di questi fatti è concreto ogni giorno, dice Laura Biancato, che coordina la rete degli istituti bassanesi.



"Sarebbe sbagliato minimizzare, è certamente un fatto grave quello che è accaduto - spiega Laura Biancato, che è dirigente scolastico al comprensivo di Mussolente e all'Agrario Parolini - però con una rete di scuole che ogni giorno sono affollate da migliaia di bambini, nonostante tutte le misure di sicurezza che si possono prendere, queste cose purtroppo possono accadere. Non ho parlato del caso in questione con la dirigente Guiotto, che so essere molto rigorosa. Però ripeto che tra Bassanese ed Asiago abbiamo ventisettemila studenti tutti i giorni a scuola, e che capiti un caso così purtroppo è possibile. Sicuramente ci possono essere delle inadempienze ma può essere anche una cosa che ti sfugge dal controllo per un niente".



Ci si può organizzare per evitare questi rischi?



"Le dico solo che il primo giorno di scuola noi dirigenti, di fronte ad assenze del personale, non possiamo nominare supplenti. Così magari ci veniamo a trovare con tre o quattro classi scoperte e improvvisamente i problemi si acuiscono. Questo è solo un esempio, non c'entra con il caso di Valstagna, ma è una delle tante situazioni eloquenti. Chiamare a scuola altre persone, protezione civile o volontari, non è possibile se non per qualche evento. Noi possiamo contare solo su insegnanti e bidelli. E a scuola viviamo con l'ansia di tante cose imprevedibili che possono accadere. Veda il caso di bambini che si fanno male durante le attività o la ricreazione...".



Ma non sono coperti dall'assicurazione?



"Sì, ma spesso la reazione delle famiglie è molto pesante - conclude la dirigente Biancato -. Si parte subito col pensare che la scuola sia inadempiente. Vai a spiegare loro che il rischio zero non esiste, nascono contenziosi terribili a volte. Per dire, io i miei tre figli li ho portati almeno dieci volte al pronto soccorso per cose avvenute in casa magari sotto il mio naso". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino