Fedon, debutto col botto in Borsa a Milano: chiude a +26 per cento

Callisto Fedon suona la campanella di Piazza Affari
MILANO - Gran esordio per la Fedon sul mercato Aim di Piazza Affari....

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MILANO - Gran esordio per la Fedon sul mercato Aim di Piazza Affari. La matricola bellunese, attiva nella produzione e commercializzazione di porta-occhiali e accessori per il settore ottico (e più recentemente nell'alta pelletteria), quotata dal 1998 all'Euronext di Parigi, ha chiuso le contrattazioni con un balzo del 26,23% a 7,7 euro con 4.600 pezzi scambiati. «Siamo andati nel 1998 a Parigi perché avevamo l'obiettivo di sviluppare il mercato francese ed europeo: un viaggio iniziato tanto tempo fa (la società è stata fondata nel 1919) e che ancora oggi portiamo avanti, strategia che prevedeva - già da anni - anche lo sbarco a Piazza Affari», ha affermato Callisto Fedon, presidente e Ad della società di Pieve d’Alpago (Belluno). Per il gruppo, attivo nella produzione di astucci per occhiali e oggettistica per alcune tra le più prestigiose marche internazionali e, di recente, presente nel mercato dell'alta pelletteria, «ora è arrivato il momento di vendere i propri prodotti al pubblico tramite una rete di nostri negozi, che stiamo costruendo». Fedon, ha affermato il direttore generale Maurizio Schiavo, "nel 2014 ha generato un fatturato superiore ai 62 milioni, ne avevamo sessanta lo scorso anno e quindi è prevista una crescita attorno al 3%. La marginalità si manterrà più o meno sullo stesso livello dell'anno precedente, con investimenti per 1,7 milioni". I ricavi, secondo i piani industriali, dovrebbero salire a 90 milioni in cinque anni. La società, che ha tre stabilimenti (Romania, Italia e Cina), 1.600 dipendenti, ha costituito due centri operativi, uno in Italia e l'altro a Hong Kong con l'intento di sviluppare i mercati europei e asiatici. Confermando di voler mantenere l'anima di produttori. «Prevediamo - ha precisato Fedon - uno sviluppo molto graduale, con la classica prudenza dei veneti di montagna: parliamo dell'apertura di cinque-sei-sette negozi l'anno, posizionati soprattutto nelle aree di grande transito, tipo aeroporti, per quanto riguarda i monomarca». Il presidente, che non esclude un possibile passaggio del titolo al listino principale, è pronto a nuove acquisizioni: «Quando siamo andati a Parigi, l'anno successivo abbiamo comprato i nostri due maggiori concorrenti (in Francia e in Germania): non è quindi detto che qualche cosa possa capitare ancora in questa direzione».
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Il Gazzettino