BELLUNO - Lavorava in banca a Preganziol, ma tutte le sere tornava fino a San Vito di Cadore, dove aveva la sua "prima" casa. La storia non se l’erano di certo bevuta nel...
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Trenta controlli nell’arco di 4 mesi, afferma il comandante della Polizia locale, senza mai trovarlo una sola volta a casa. Così per Bertuol è scattata non solo la revoca della residenza, e con essa di tutti i benefici fiscali, ma anche un’inchiesta giudiziaria per il reato di falso. In questi giorni è stato rinviato a giudizio e il Comune di San Vito, stanco di lottare contro i furbetti delle seconde case, ha dato mandato per costituirsi parte civile con l’avvocato Alfrida Bearzotti di Cortina. Chiederà i danni con l’obiettivo di scoraggiare una pratica molto in voga nelle località turistiche.
Il falso sarebbe stato commesso nel dichiarare, con un’autocertificazione presentata all’ufficiale dell’Anagrafe, di essere residente a San Vito (Belluno) e di avere lavoro in zona e amicizie ben radicate. In realtà, una volta avviati i controlli si è scoperto che difficilmente il giovane poteva risiedere a Serdes visto che i vicini mai avevano notato una sua presenza stabile. Anche la posta se ne stava lì da giorni e giorni, senza essere ritirata. Il comandante della polizia locale di San Vito, Lorenzo Fenzi, ha effettuato i controlli personalmente.
La residenza dà diritto ad acquistare la casa con una tassazione ridotta, ovvero del 4%, e di poter pagare Ici e successivamente Imu come se si trattasse della prima casa.
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Il Gazzettino