Coopca, solo 15 negozi hanno un futuro sicuro

Coopca, solo 15 negozi hanno un futuro sicuro
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TOLMEZZO - Rispetto alle venti offerte vincolanti conquistate complessivamente tra il primo (Alì-Discount) ed il secondo round di trattative (CoopNordest-Conad-Despar), sono effettivamente 15 i punti vendita di Coopca che al momento avrebbero un futuro garantito e con loro anche i relativi posti di lavoro che secondo il calcolo dei consulenti dell'azienda sfiorerebbero le 220 unità, poco più di un terzo sul totale degli attuali dipendenti (639), inferiore comunque alle previsioni fatte nei giorni scorsi dai sindacati.

Questo perché per quattro supermercati in particolare, ritenuti tra quelli evidentemente più redditizi, si sovrappongono due offerenti diversi e nello specifico, secondo indiscrezioni, si tratterebbe dei negozi di Tolmezzo-Mercato, Rivignano, Marcon e Tarvisio. Gli altri "mono-offerta" di cui si conoscono ad oggi le "generalità" sono Limena e Spilimbergo, mentre per i rimanenti nove occorrerà aspettare la decisione dei giudici sull'ammissione alla procedura di concordato. Da segnalare poi che per alcuni punti vendita, oltre al ramo d'azienda l'offerta riguarda anche l'immobile mentre in un caso, uno stabile sito a Codroipo, la richiesta di cessione riguarda un edificio adibito ad uffici. La massa realizzabile stimata a seguito di questa serie di offerte raggiunge i 15 milioni, il condizionale rimane sempre d'obbligo anche perché molte proposte aspettano di veder definiti i rispettivi confini.
«Nel caso di ammissione al concordato - fa notare l'advisor di Coopca Maurizio Variola -, sarà comunque il liquidatore giudiziale a stabilire se accettare le migliori offerte irrevocabili ricevute od esperire procedure competitive; ricordo inoltre che entro l'eventuale adunanza dei creditori che cadrebbe a metà maggio c'è la possibilità che si concretizzino diverse altre manifestazioni d'interesse per i negozi (si ritorna a parlare di Coop Adriatica per esempio, ndr) e questo porterebbe naturalmente ad aumentare il numero dei lavoratori ricollocabili oltre a far aumentare l'attivo realizzabile».
Ma proprio su parte di questo valore che viene destinato dal piano al saldo dei creditori chirografari, i soci continuano a manifestare molto scetticismo, facendo notare che il "fondo cassa" realizzabile si annullerebbe già a seguito dei pagamenti ai privilegiati: «Noi abbiamo inserito la percentuale del 67% sul residuo realizzato dedotti i prededucibili e i privilegiati, ma purtroppo è impossibile fare previsioni in questo momento sulla base dalla quale scatterà la percentuale - replica Variola -; rientra infatti nel rischio che dovranno accollarsi nel momento in cui saranno chiamati ad esprimere il loro voto all'adunanza dei creditori. Ricordo comunque - aggiunge - che nel relativamente breve periodo avuto a disposizione per ricercare i vari offerenti e nelle condizioni in cui si trova la società è stato fatto davvero il massimo. Avevamo per esempio avuto una manifestazione di interesse per tutta la rete - svela Variola -, qualcosa di non campato in aria, ma entro i termini della procedura non c'è stato il tempo per arrivare a definirla. Ciò non toglie che al momento delle aste di gara per la cessione dei vari beni si ripresentino i vari acquirenti».

Stesso discorso vale per il magazzino di Amaro dove le opzioni sul tavolo al momento sono due: «O un investitore che decida per un intervento globale sul fabbricato - conclude il commercialista - oppure un soggetto che lo rilevi sapendo poi di poter trovare qualcuno a cui affittarlo».
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Il Gazzettino