Coopca, nasce il tavolo di crisi

Coopca, nasce il tavolo di crisi
UDINE - Migliorare il piano grazie a CoopNordest, ottenere il concordato, superare lo scoglio dell'8 aprile, per poi poter rilanciare anche ad altri nuovi offerenti. Il "mantra"...

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UDINE - Migliorare il piano grazie a CoopNordest, ottenere il concordato, superare lo scoglio dell'8 aprile, per poi poter rilanciare anche ad altri nuovi offerenti. Il "mantra" anti-fallimento Coopca è questo e ieri lo ha ribadito ai sindacati il presidente della Regione Debora Serracchiani dopo il nuovo confronto tenutosi a Udine con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. La serie di azioni intraprese su più livelli porterà tra l'altro ad una «istituzionalizzazione» ulteriore della vertenza, attraverso la creazione di un Tavolo di crisi in Regione al quale siederanno oltre ai rappresentanti dei lavoratori anche le tre centrali cooperative del Fvg e più soggetti possibili appartenenti al settore della distribuzione del Friuli Venezia Giulia e non solo.

«È una vicenda che preoccupa le istituzioni e mi tocca profondamente anche sul piano personale - ha detto Serracchiani, ricordando il lavoro portato avanti in questi mesi anche dal suo vice Bolzonello -. Ci stiamo mettendo tutto l'impegno possibile e con il contributo dei sindacati e del mondo della cooperazione puntiamo a costruire un percorso sapiente che permetta di individuare una via d'uscita ad una situazione che, tuttavia, rimane complessa». Soprattutto per quanto riguarda la questione legata al futuro del Cedi di Amaro, per il quale, è stato detto, «occorrono ancora maggiori attenzione, cura e cautela». Serracchiani ha voluto ribadire inoltre la sua fiducia nel presidente di Coopca Collinassi (che voci, poi smentite, avrebbero voluto dimissionario): «è stato l'unico in questi mesi che veramente ha tentato di dialogare con la Regione e aiutare il processo di risanamento - ha specificato -. Ma mi auguro che chi ha avuto molto dalla cooperativa si faccia un esame di coscienza», ha concluso, criptica, ma non troppo. Da parte loro i sindacalisti hanno apprezzato gli sforzi, invitando nuovamente «il territorio e il mondo cooperativo a dare una risposta chiara, precisa e veloce», come ha rimarcato Francesco Buonopane della Filcams Cgil. «Se riusciamo ad evitare il fallimento - ha aggiunto - Paolo Duriavig della Fisascat Cisl - si riaprirebbero strade ad oggi bloccate e per diversi negozi non ancora opzionati potrebbero sicuramente arrivare nuove manifestazioni di interesse come sta avvenendo per quelli delle Coop Operaie di Trieste». Dello stesso avviso anche Andrea Sappa (Uiltucs) che ha rilevato come «i tempi giuridici impongono il massimo riserbo».

Della delicata questione i sindacati hanno tra l'altro interessato proprio ieri anche l'arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato durante un incontro al termine del quale il presule ha manifestato la volontà di preparare un messaggio ai fedeli della diocesi in occasione delle celebrazioni pasquali. Ci ha pensato invece il consigliere regionale di Fratelli d'Italia-An, Luca Ciriani, a riportare al centro della discussione la proposta di istituzione di un fondo di garanzia e solidarietà per i soci risparmiatori. Ciriani ha invitato la presidente Serracchiani a riferire sulla vicenda in II Commissione, sottolineando la necessità di calendarizzare nuovamente la proposta di legge che lui stesso aveva presentato a dicembre, poi ritirata in attesa delle decisioni dei giudici, «unico strumento - l'ha definito - al momento utile per regolamentare la cooperazione sociale e almeno aiutare le centinaia di famiglie in difficoltà nel caso in cui la situazione dovesse precipitare».
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Il Gazzettino