Parla l'ex segretaria di Galan: «Ci sentivamo onnipotenti»

L'ex segretaria di Giancarlo Galan, Claudia Minutillo
«Ci sentivamo onnipotenti, sì», ma «non sono una 'tangentara', né la dark lady descritta dai giornali, concentrati solo su dettagli stupidi e privati. Sono stata...

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«Ci sentivamo onnipotenti, sì», ma «non sono una 'tangentara', né la dark lady descritta dai giornali, concentrati solo su dettagli stupidi e privati. Sono stata trattata in modo sessista dai media, solo perché sono una donna».


Così in un'intervista a Repubblica parla Claudia Minutillo, ex segretaria di Giancarlo Galan arrestata nel febbraio 2013 nell'indagine Mantovani. «Avevo potere - ricorda - solo perché Galan mi usava come filtro, dovevano tutti passare da me per avere un appuntamento».

«Poco prima di andarmene mi ero accorta di un certo andazzo», dice a proposito dei rapporti fra Galan, Baita e il Consorzio Venezia, «ma non posso entrare nei dettagli, c'è un'indagine in corso». L'arresto è stato per lei una «liberazione»: «sapevamo da tempo di essere indagati, ce lo aveva detto Baita», non se n'è andata prima perché non ha «avuto la forza».

«Siamo immersi in un sistema di corruttela troppo strutturato, troppo consolidato, nella pubblica amministrazione e nella magistratura, nella Corte dei conti e nei Tar, fino anche al Consiglio di Stato. Ovunque funziona così. Se vuoi i lavori pubblici, devi fare queste cose».

«Solo quando ci hanno arrestato abbiamo capito la gravità delle nostre azioni». «Il sistema, le mazzette, le buste coi soldi, ci sembravano una cosa normale». «Ci sentivamo un po' onnipotenti, eravamo convinti di poter vincere tutte le commesse».

La corruzione è arrivata «anche a livello sovranazionale, nelle istituzioni europee». «Sono uno dei tanti ingranaggi - aggiunge -. Ritengo di essere stata molto usata». Ora, conclude, «mi dedico a un nuovo progetto che non ha niente a che vedere con i lavori pubblici. Sto collaborando con i magistrati per far emergere tutto il marcio. E ora voto Matteo Renzi, non l'avrei mai detto».
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Il Gazzettino