CASTELFRANCO - Dopo il mais Biancoperla arriva il «Cinquantino della Castellana». Prosegue l'opera di riscoperta dei prodotti praticamente scomparsi ad opera dell'ex professore...
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Perché non replicare, magari con un mais che dia una polenta gialla? Questo si è chiesto Ballan, che ha la sua azienda agricola in via San Giorgio a Castelfranco. Da qui l'idea di far rinascere il «Cinquantino della Castellana», un mais tipico della zona, ormai sparito, che ha la caratteristica, come dice il nome, di germogliare e diventare pronto in una cinquantina di giorni. Per riuscire nell'impresa c'è stata la collaborazione della Condotta Slow Food della Castellana e dell'azienda agricola «Cà De Memi» di Piombino Dese. «Abbiamo recuperato gli unici trecento semi rimasti di questa varietà depositati alla banca del Germoplasma di Bergamo - racconta Ballan - e li abbiamo piantati nella mia azienda di Castelfranco e a Piombino Dese. Pensare che si tratta di semi che erano stati depositati nel lontano 1954. Abbiamo fatto il primo raccolto e stiamo migliorando progressivamente le piante con un accurato lavoro di selezione. Ora si tratta di vedere come reagiranno i ristoratori, speriamo di riuscire a replicare l'esperienza del "Biancoperla"». Lunedì sera, all'Agriturismo «Cà De Memi» di Piombino, un ristretto gruppo di invitati ha potuto degustare i primi piatti, tra cui l'immancabile polenta, realizzati proprio con questa ritrovava varietà di mais. Al momento, con questo primissimo raccolto, ne sono stati prodotti solo 15 chili.
Matteo Ceron
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Il Gazzettino