Scajola: «Non sono un mafioso» Matacena: «Un complotto»

Scajola: «Non sono un mafioso» Matacena: «Un complotto»
Torna a parlare Matacena dalla sua latitanza mediorentale. «Contro di me c'è stato un complotto-vendetta. Tutti coloro che mi hanno colpito hanno avuto delle gratifiche e...

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Torna a parlare Matacena dalla sua latitanza mediorentale. «Contro di me c'è stato un complotto-vendetta. Tutti coloro che mi hanno colpito hanno avuto delle gratifiche e avanzamenti di carriera all'interno del loro sistema di lavoro». Lo ha detto all'Ansa Amedeo Matacena collegato via Skype da Dubai.




Claudio Scajola ieri si è difeso durante un interrogatorio di sette ore, durante il quale ha sostenuto di non avere nulla a che fare con la criminalità ma di avere aiutato Matacena solo per amicizia.



Matacena ha aggiunto che «ci sono state delle cose strane che hanno portato alla mia condanna, tenendo conto che precedentemente c'erano due assoluzioni nel merito». «Con la mia attività parlamentare - ha proseguito - mi interessai del 'palazzo dei veleni' di Reggio Calabria facendo numerose interrogazioni su comportamenti di magistrati, su problemi di pagamenti di pentiti in nero, su riscatti per sequestri pagati con i soldi dello Stato. Evidentemente questo mio interessamento non è stato gradito. Quando la Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione, rimandandomi al giudice del rinvio, i miei avvocati ed il mio vecchio segretario politico videro un magistrato a me ben noto che era nell'ufficio del presidente della cassazione che mi avrebbe giudicato e che avrebbe annullato la sentenza. Quando poi il processo passò al giudice di secondo grado, venne cambiato il giudice. Inizialmente c'era un magistrato molto garantista e venne sostituito con un giudice di Magistratura democratica che mi ha condannato. Tutto questo mi rende perplesso sulla vicenda della mia condanna».



«Ho molti dubbi - sostiene Matacena da Dubai - su quella che dovrebbe essere la culla del diritto. Ho avuto due assoluzioni in primo e secondo grado e poi la condanna. Mi sembra davvero tutto molto strano. Ho fortemente il dubbio che contro di me ci sia stata una vendetta».
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Il Gazzettino