Le Squadre Mobili di Caserta e Firenze, coordinate dallo Sco, hanno eseguito l'arresto di 18 persone, alcune ritenute legate al clan dei Casalesi, coinvolte in...
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Dalle indagini della Polizia, svolte in numerose località del territorio nazionale, è emerso che un gruppo di imprenditori provenienti dalla zona di Gricignano d'Aversa (Caserta) da oltre 30 anni in Toscana (in particolare insediatisi in Versilia) erano ormai diventati un punto di rifermento per gli affari illeciti del clan dei Casalesi, in particolare delle famiglie camorristiche Schiavone, Iovine e Russo.
Fornivano supporto logistico, agevolavano la latitanza degli affiliati, anche di quelli di caratura. Grazie a loro, il clan è riuscito a introdursi nel tessuto economico di quella regione espandendo la sfera dei proprio interessi investendo ingenti capitali in attività commerciali e imprenditoriali. Tra le attività illecite messe in campo non mancava l'estorsione: gli imprenditori vessati usavano chiamare gli emissari e i referenti del clan con gli appellativi di «Russia» e «Germania».
Ricostruiti numerosi episodi estorsivi, in particolari ai danni di vittime residenti a Viareggio: le richieste variavano dai 3mila ai 10mila euro.
Ai due agenti della Polizia di Stato accusati di avere rivelato informazioni coperte da segreto istruttorio gli agenti della Squadra Mobile di Caserta hanno notificato gli arresti domiciliari. I due prestano servizio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (Ufficio tecnico logistico gestionale) e alla Camera dei Deputati (Ispettorato Generale di PS). Si tratta, rispettivamente, di Franco Caputo, napoletano di 56 anni, e di Cosimo Campagna, 57 anni, originario di San Pancrazio Salentino (Brindisi). Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino