CALDOGNO - "Stiamo valutando azioni legali". Rischia di finire in tribunale il progetto del Centro equestre di Caldogno. Agli ambientalisti, e in particolare a Italia Nostra, non...
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Il fronte dei contrari - di cui fa parte anche il comitato Salviamo il territorio - non nasconde il proprio disappunto e promette battaglia, senza anticipare nel dettaglio le contromosse. Una cosa è certa. L'iter per la realizzazione dell'Equus dome (il disegno è stato sottoscritto a Venezia dal dirigente dell'Urbanistica Vincenzo Fabris, dal sindaco di Caldogno Marcello Vezzaro e dall'amministratore delegato di Askoll Alessia Marioni) - appare tutt'altro che in discesa.
Sotto accusa, il sito in cui dovrebbe sorgere il complesso. Per Italia Nostra si tratta di "un'area agricola vergine con un ricco valore ambientale e geologico che verrà sostituita da una colata di cemento". Per non parlare, aggiunge l'associazione, della fretta con cui è stata siglata l'intesa: "E' evidente che è legata a motivi elettorali".
Di tutt'altro parere il consigliere regionale Costantino Toniolo, tra i sostenitori dell'opera: "Il progetto ha superato screening e valutazioni ambientali", afferma. In base al piano, a Caldogno sorgerà una struttura con un'area coperta e due scoperte per 5 mila persone tra spalti e parterre, box fissi per 500 cavalli, bar e ristorante. Previsti anche un parco di 60 mila metri quadrati e un impianto di depurazione per trattare i liquami delle stalle. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino