A Ca' Erizzo apre il museo di Hemingway e il Brenta

Una sala dedicata allo scrittore a Ca' Erizzo
BASSANO - «Vorrei essere seppellito lassù, lungo il Brenta, dove sorgono le grandi ville coi prati, giardini, platani e cipressi. Conosco qualcuno che mi lascerebbe...». Lo...

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BASSANO - «Vorrei essere seppellito lassù, lungo il Brenta, dove sorgono le grandi ville coi prati, giardini, platani e cipressi. Conosco qualcuno che mi lascerebbe...». Lo scrive Ernest Hemingway nel suo romanzo «Di là dal fiume e tra gli alberi» pubblicato nel 1950. «Io sono un ragazzo del Veneto, un ragazzo del Pasubio, del Basso Piave, un ragazzo del Grappa», continua il brano, a dimostrazione del forte legame che lo scrittore americano aveva instaurato con questo spicchio di terra veneta, espresso anche nelle pagine di altri suoi capolavori letterari come il celebre «Addio alle armi».


Frammenti di una vita intensa vissuta ai margini del fronte, ricostruita dalla Fondazione culturale Luca nel nuovo museo Hemingway e della Grande Guerra, che sarà inaugurato questo pomeriggio nei locali della splendida villa Ca’ Erizzo a Bassano, lungo il Brenta. La stessa in cui il giovane americano, futuro premio Nobel per la letteratura, visse nel 1918, registrando nella sua mitica agenda da cronista episodi e protagonisti legati al conflitto e alla quotidianità del Bassanese.

Nella città del Grappa, lo scrittore era arrivato come volontario della Croce rossa americana che proprio nella nobile dimora sul fiume aveva collocato la sede della Sezione uno delle ambulanze di cui il giovane diciannovenne era autista, trasportando feriti dal fronte. Quel periodo, ma non solo, è ricostruito nel percorso allestito all'interno del museo.


In cinque locali la rassegna espone 58 grandi pannelli, con centinaia di di foto, documenti e lettere, curati dal docente Giovanni Cecchin. Ci sono poi le sezioni dedicate ai libri (300), ai primi racconti dello scrittore pubblicati in Italia, ai giornali e alle riviste che «parlano» di lui, e poi collezioni filateliche e numismatiche dedicate alla sua vicenda umana e professionale. Sullo sfondo, le vicende belliche, i momenti cruciali di alcune battaglie, le storie dei militari e dei civili. Ad accrescere il taglio culturale dell'esposizione, che non propone cimeli bellici o divise, un programma collaterale diincontri, approfondimenti e iniziative. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino