BELLUNO - Ragazze bellunesi a rischio: bevono due volte rispetto alle coetanee italiane. Sono giovanissime, non arrivano ai diciotto anni, sono spregiudicate e vogliono sentirsi...
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I dati arrivano dal Dipartimento per le dipendenze dell'Ulss1 di Belluno e fotografano lo stato di una tendenza cresciuta negli ultimi dieci anni. «Mentre i dati per i maschi e per gli adulti in genere sono stabili - spiega Paolo Bello del Dipartimento - è cambiata l'incidenza del fenomeno nelle ragazze. Una volta la tendenza alla grande bevuta coinvolgeva una ragazza ogni quattro ragazzi, ora si parla di una ogni due con quantità che superano di quattro volte quelle bevute dalle loro madri e due quelle delle adolescenti del resto d'Italia». Lo sballo viene considerato l'unico mezzo per divertirsi, poco importa se il giorno dopo della serata si ricorda poco o nulla e se i buchi neri fatti di stati di incoscienza e alterazione possono nascondere insidie e pericoli. Si beve nei locali, ma si beve soprattutto all'aperto perché costa meno e perchè permette di raggirare i limiti imposti dalla normativa che vieta di servire alcolici ai minorenni. «Ad di là delle questioni legate alla salute - prosegue Bello - dovremmo interrogarci come comunità sul motivo che spinge i giovani a certi comportamenti. Le cause sono molteplici, di carattere sociale e culturale. In particolare per le ragazze entra in gioco il cambio dei ruoli maschio - femmina.
A Belluno, più che nel resto d'Italia, in passato la donna era considerata in un certo modo oggi, al contrario, la sensazione è quella di poter accedere a tutti i comportamenti maschili, consumo di alcol compreso. Con le campagne di prevenzione, come il tour del camper di Fuori Posto, però, qualcosa è cambiato: per esempio, ora i giovani neo patentati tendono a non guidare il sabato sera se hanno in programma di bere e si affidano ai servizi di navetta». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino