«Riportiamo Ismail a casa», paura per il bimbo nelle mani dei terroristi

«Riportiamo Ismail a casa», paura per il bimbo nelle mani dei terroristi
BELLUNO - Qualcosa si sta muovendo per il bimbo scomparso da Belluno e portato nell’Isis dal padre: la Procura sta lavorando per un ordine di rimpatrio, dopo contatti con i...

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BELLUNO - Qualcosa si sta muovendo per il bimbo scomparso da Belluno e portato nell’Isis dal padre: la Procura sta lavorando per un ordine di rimpatrio, dopo contatti con i carabinieri del Ros di Padova. «Sto lavorando sulla vicenda - afferma il procuratore di Belluno Francesco Saverio Pavone - ma non c’è base giuridica per agire». Sollevao grande clamore il movimento partito dai social dopo l'appello di La7 subito rilanciato dal Gazzettino e il reportage sulle tracce di Ismail Davud, il piccolo di 3 anni, nato a Belluno e portato in Bosnia e in Siria dal padre.




Laggiù il piccolo è rimasto tra i terroristi dopo la morte del genitore. In questo quadro, centrale è stato il lavoro del pd Civati per riportarlo a casa. Certo è diverso il caso di Ismail, figlio di Lidia Solano Herrera, cubana che abita a Ponte nelle Alpi, e di Ismar Mesinovic, bosniaco di 36 anni partito dal Bellunese per andare a combattere in Siria dove è morto nello scorso gennaio. Ma a un anno dal 20 dicembre 2013 quando la mamma sentì per l’ultima volta il figlioletto al telefono (non sapendo che fosse in Siria, ma pensandolo in Bosnia dai parenti) qualcosa veramente si sta muovendo. Si sta lavorando per «Riportare a casa Ismail», come gridano gruppi Facebook e hashtag Twitter. È nata anche una raccolta firme on line.



Origine di tutti i mali, secondo gli investigatori che conducono indagini sul terrorismo di matrice islamica nel nordest sarebbe Bilal Bosnic, 41 anni, uno dei predicatori islamici indagati dalla procura di Venezia e dai Ros di Padova per reclutamento di combattenti jihadisti. La mamma del piccolo è sicura: «Quello è il mio bambino, riportatelo a casa». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino