BELLUNO - Il Soccorso alpino dice stop alla solidarietà per la popolazione nepalese. È una battuta, certo. Che sintetizza, peraltro, la mattinata di ieri nella sede del Cnsas...
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Coperte, tende, giacche a vento: ne sono arrivate a decine. «Ho bloccato tutto», la dice in tre parole Fabio Rufus Bristot, delegato Cnsas “Dolomiti bellunesi”. Buona la sua idea - schizzata nel web tre giorni fa - di chiedere agli uomini del Soccorso alpino di offrire materiale, in buono stato e pulito, da inviare in Nepal. Sta di fatto che la rete ha fatto la sua parte e le e-mail di invito alla solidarietà si sono moltiplicate. Raggiungendo migliaia di persone, in ogni parte d'Italia.
Il tam tam ha funzionato alla grande, insomma. E alla grande c'è stata risposta: «Stanno partendo container da Como, Bari, Verona - sono parole di Bristot - e per noi sta diventando difficile la gestione.» Alex Barattin, vicedelegato del Soccorso alpino, aiuta a sistemare. E fa il punto della situazione, in una stanza che ha gli scatoloni che arrivano al soffitto. Già etichettati: pantaloni adulto, pile bambino, giacche, sacchi a pelo, materassini. Tutto ben diviso, in italiano ed inglese. «Confermo l'interesse nazionale per l'iniziativa, sto ricevendo moltissime telefonate - afferma Barattin - ecco perchè riteniamo sia utile per il momento fermare le donazioni. In questa fase vogliamo confezionare bene i pacchi di materiale».
Quindi chi a casa ha già preparato borse di vestiario o altro, magari prima telefoni in sede del Cnsas: 0437. 930961. Intanto il via vai, anche nel pomeriggio, è praticamente continuo. Un motivo conduttore nelle motivazioni date dai donatori: «Mi fido del Soccorso alpino di Belluno, hanno chiesto e ho dato».
Il Gazzettino