Martina, 13 anni, investita e uccisa mentre andava a scuola, Anas "assolta"

Martina, 13 anni, investita e uccisa mentre andava a scuola, Anas "assolta"
BELLUNO - C’era tensione ieri in tribunale a Belluno prima dopo l’udienza per l’opposizione all’archiviazione dell’inchiesta che ha visto indagati 7 dirigenti Anas per...

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BELLUNO - C’era tensione ieri in tribunale a Belluno prima dopo l’udienza per l’opposizione all’archiviazione dell’inchiesta che ha visto indagati 7 dirigenti Anas per la morte di Martina Bonavera.




Il 9 marzo del 2013 la studentessa di 13 anni stava andando a prendere il pullman quando sulla statale 50 a Giamosa venne investita e uccisa da Luciano Possamai, 72 anni, di Pedavena condannato a 18 mesi. Ma non era il solo colpevole secondo la famiglia. Da anni i residenti, con raccolta firme del comitato Salce Giamosa presieduto da Giancarlo Fant, segnalavano a Comune e Anas la pericolosità di quel punto della viabilità.







La mancata messa in sicurezza della statale 50, all'altezza del bivio tra Salce e Giamosa è stata così al centro dell’inchiesta aperta dopo la condanna del camionista dal pm Roberta Gallego. Partono le indagini e finiscono iscritti nel registro degli indagati i più alti vertici dell’Anas.



Sono sette: dal tecnico del Veneto Nicola Prisco 47 anni di Mira (Venezia), a Aldo Castellari, 46 anni, Cesare Salice, 64 anni di Roma, Domenico Campomolla, dirigente area tecnica Anas, Eutimio Mucilli, 55 anni originario della provincia di Chieti, Ugo Debbennardo 47 anni di Catania, e Fabio Arcoleo di Palermo 54 anni.



A 24 ore dall’iscrizione la procura chiede però l’archiviazione. Lo fa per due motivi, ammettendo comunque che i responsabili negli anni non hanno provveduto a fare il ponteggio fatto con urgenza dopo la morte di Martina Bonavera.



È stata fatta «una impalcatura oltre il guard rail che mediante un ponteggio consente ai pedoni sopraggiungenti da via Giamosa di raggiungere le strisce pedonali più vicine e poter attraversare la strada senza incorrere in pericoli». Ma l’archiviazione viene chiesta perché manca una ricostruzione univoca e perché gli esposti sono stati inviati al Comune e non direttamente all’Anas. Ma il Comune, dice la procura non ha titolo sul segmento di strada in questione, la cui proprietà è dell’Anas, responsabile della sicurezza.



Allibiti i legali della famiglia di Martina, Chiara Tartari e Alessandra Gracis del foro di Treviso che si sono opposti. Il giudice si è riservato e la decisione si conoscerà tra qualche giorno. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino