Risparmiatori truffati per 2,5 milioni, condanna per Branciforti e Secco Ma non ci sarebbe nulla da pignorare

Risparmiatori truffati per 2,5 milioni, condanna per Branciforti e Secco Ma non ci sarebbe nulla da pignorare
BASSANO - Nessuno sconto ma anzi un aumento delle pene rispetto al giudizio di primo grado per Vittorio Branciforti, 54 anni, di Bassano, e Gianfranco Secco, 45 anni, di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
BASSANO - Nessuno sconto ma anzi un aumento delle pene rispetto al giudizio di primo grado per Vittorio Branciforti, 54 anni, di Bassano, e Gianfranco Secco, 45 anni, di Mussolente, approdati nelle aule di giustizia con l’accusa di aver fatto sparire 2 milioni e mezzo di lire carpiti a 24 investitori che si erano lasciato convincere dalle lusinghe di alti rendimenti.




Nel 2013 erano stati condannati dal tribunale di Bassano rispettivamente a 4 anni e due mesi (esercizio abusivo della professione di promotore finanziario, truffa, appropriazione indebita) e a 1 anno e 6 mesi (concorso in truffa). La Corte d’Appello di Venezia ha inflitto 5 anni di reclusione al primo, 2 anni al secondo, con la condizionale.



La vicenda, che aveva suscitato parecchio scalpore nel Bassanese, risale al 2009. Dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza era emerso che Branciforti, spacciandosi per promotore finanziario, mentre Gianfranco Secco aveva il compito di raccogliere i capitali da investire, prometteva rendite annuali del 10 %. I pagamenti erano stati puntuali per i primi tempi, ma l’inganno è venuto a galla quando uno dei “clienti” (c’è chi ha perso 15 mila euro, ma c’è anche chi ci ha rimesso 450 mila euro) ha chiesto di riavere indietro l’intero investimento. Senza però vedere un centesimo. Da qui la prima denuncia alla quale erano seguite quelle di altri investitori.



La Corte d’Appello ha fissato anche l’ammontare della previsionale di risarcimento alle parti civili: quasi 900 mila euro. Ma, al pari dei danni subiti, le parti offese difficilmente rivedranno i loro soldi: i legali non avrebbero trovato niente da pignorare.

Gli avvocati di Branciforti hanno già annunciato che ricorreranno in Cassazione, quelli di Secco attendono le motivazioni per decidere le azioni da intraprendere. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino