Il pittore "adottato" dai bassanesi «Qui scorci unici per le mie tele»

Bassano, Francesco Liparulo all'opera in viale dei Martiri
BASSANO - Fa quasi ormai parte del paesaggio e durante le giornate di sole, prima ancora di vederlo, lo si sente cantare, se si ha occasione di attraversare il centro storico....

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BASSANO - Fa quasi ormai parte del paesaggio e durante le giornate di sole, prima ancora di vederlo, lo si sente cantare, se si ha occasione di attraversare il centro storico. Nelle ultime settimane lo si trova appostato in viale dei Martiri, dove, armato di tela e colori, dipinge uno scorcio di architettura bassanese: Francesco Liparulo è l'artista che ormai tutta la città ha adottato.




Anche se ha la parvenza di un bassanese con tutte le carte in regola, Liparulo nasconde origini romane. «Dipingo nella vostra città - racconta - dal 2003, dopo aver sperimentato Lazio e Abruzzo, e mi sono specializzato in particolare nella scultura e pittura en plein air. Infatti ritengo che Bassano sia una città splendida e molto varia sia dal punto di vista storico che paesaggistico, capace di offrire scorci sempre nuovi ed interessanti ad un artista».



Liparulo, comunque, non è un pittore improvvisato: nel suo curriculum formativo spiccano la Scuola di arti ornamentali e l'Accademia libera statale a Roma, il giusto coronamento di una passione coltivata fin dall'adolescenza.



Il pittore di Bassano dipinge di propria iniziativa e su commissione. «Alcuni lavori mi impegnano per mesi interi. L'ultimo di essi - rivela - è costituito da un dipinto di un metro e mezzo per un metro e venti che ritrae una veduta di piazzotto Montevecchio e della storica bottega del pane che vi si affaccia. In genere inizio l'opera tracciando a pennello le linee di costruzione che poi andranno a costituire l'ossatura del quadro vero e proprio».







Non solo Bassano, comunque, apprezza il pittore ambulante. A Jesolo, in piazza Rivo Alto, capeggia una scultura di Liparulo raffigurante un gondoliere a torso nudo con il volto dell'artista.



Artista che, però, è prima di tutto uomo il quale, dietro il sorriso ombreggiato da un cappello a banda larga, nasconde enormi tormenti. «Ho perso mia moglie da pochi anni - confessa - e il vuoto da lei lasciato è incolmabile, talmente grande che fatico e tornare nella casa dove abbiamo vissuto per tanti anni e, attualmente, risiedo ad Altivole, in provincia di Treviso». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino