Le foibe viste dall'altra parte Sandi Volk racconta la sua verità

Le foibe viste dall'altra parte Sandi Volk racconta la sua verità
BASSANO - (Cs) La storia vista da diversi punti di vista. E lo scottante tema delle foibe interpretato da uno storico triestino, Sandi Volk, sempre al centro di forti...

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BASSANO - (Cs) La storia vista da diversi punti di vista. E lo scottante tema delle foibe interpretato da uno storico triestino, Sandi Volk, sempre al centro di forti polemiche.




L'appuntamento con "Foibe, storia mito memoria" è per le 20.30 di venerdì 6 febbraio in sala Bellavitis. Ad organizzare, la sinistra "sociale" e antagonista che si raggruppa sotto i nomi di Assemblea antifascista bassanese e La deriva. Negli ultimi anni si è acceso un forte dibattito sulla "verità ufficiale" del caso foibe.



Stereopiti consolidati e interessi politici contingenti - sostengono gli organizzatori della serata - hanno invaso il campo della ricerca storica. Ma Sandi Volk "propone di individuare e discutere gli elementi di mistificazione, falsificazione e propaganda" presenti nelle informazioni che spesso vengono veicolate.



Gli organizzatori nel mirino mettono anche il giorno di ricordo delle foibe, voluto dalla destra, perchè caratterizzato, citando Focardi, "da una ricostruzione della memoria imperniata sulla denuncia della violenza comunista jugoslava contro gli italiani, senza alcun riferimento al contesto storico, porponendo così una memoria modellata sulla narrazione di matrice neofascista sviluppata fin dall'immediato dopoguerra".



Volk dunque presenterà una visione e un'interpretazione diverse, che non mancheranno di suscitare polemiche. Lo storico triestino viene criticato dagli studiosi "avversari" come uno dei “negazionisti delle foibe”, utilizzando il termine “negazionista” generalmente usato, in ambito storico, per definire in senso negativo gli studiosi ed i propagandisti che cercano di dimostrare che non vi fu una politica di sterminio nazista nei confronti del popolo ebraico.



Volk e gli altri storici che condividono le sue posizioni ribattono sottolineando che si cerca di paragonare la loro attività di ricerca storica a quella di altre persone che nulla di scientifico in ambito storico hanno prodotto ma si limitano ad arrampicarsi sugli specchi per dimostrare una propria teoria. In sostanza, dicono, questa terminologia viene usata al mero scopo di screditare i loro studi, senza invece entrare nel merito se essi siano o no attendibili.




Il dibattito continua. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino