BASSANO - Solo poche settimane fa ha spiegato che conosce numerosi colleghi imprenditori alle prese con le cure al centro di igiene mentale dell'Ulss, perché il tempo della...
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Negli ultimi giorni il Governo evidenzia un trend di miglioramento dell'economia. Ma Beozzo preferisce riportare alla luce problemi degli ultimi anni rimasti irrisolti, che lasciano il Paese in una situazione ancora difficile: «Di sicuro servono fiducia e determinazione – spiega Beozzo – ma non l'alterazione di una realtà ancora
allarmante, fatta di una disoccupazione ai massimi livelli, un mercato interno ancora fermo, aziende che
continuano a chiudere, e una riduzione di rifiuti civili e materiale ferroso, segnale evidente che la produzione industriale non decolla. Questi sono dati che si toccano con mano, e smentiscono ogni trionfalismo».
L'imprenditore teme che le parole incoraggianti possano mettere un freno alla spinta del governo sulla strada delle riforme, proprio mentre restano ancora tante le risposte attese per far ripartire l'economia nazionale: «Continuando ancora oggi, dopo tre anni dal mio insediamento alla guida di Apindustria Bassano, ad ascoltare la medesima disperazione degli imprenditori, non posso sentirmi dire che all'improvviso tutto va bene. Le aziende che esportano sono una piccola percentuale – insiste Beozzo – mentre le altre devono ancora far
fronte a una paralisi del mercato interno, a un sistema bancario che non copre le esigenze di accesso al credito, e a pagamenti inevasi da parte di clienti che ormai sanno di non rischiare per via delle inefficienze della giustizia».
Fortuna che almeno il Veneto, secondo l'imprenditore bassanese, riesce ancora a emergere in molti casi,
registrando prestazioni superiori alla media nazionale in termini di produttività e competitività grazie alla capacità di rimboccarsi le maniche dimostrata dai suoi imprenditori. «Ma da soli non ci lasceremo alle spalle facilmente questa recessione – conclude – e non vogliamo che alcuni segnali positivi diventino un pretesto per abbassare il livello di guardia e lasciare le imprese abbandonate al loro destino». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino