Il piccolo Francesco morì disidratato L'accusa chiede 2 anni per il medico

Il piccolo Francesco
LUSIA (ROVIGO) - L'accusa ha chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi. Ma la difesa, affidata all'avvocato Andrea Frank di Padova, nel chiedere l'assoluzione ha...

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LUSIA (ROVIGO) - L'accusa ha chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi. Ma la difesa, affidata all'avvocato Andrea Frank di Padova, nel chiedere l'assoluzione ha depositato una memoria che solleva più di un dubbio sulla ricostruzione accusatoria e che mette in luce aspetti differenti rispetto alla consulenza alla base del procedimento penale.




Tanto che alla fine il giudice per le udienze preliminari ha disposto un rinvio al prossimo 1° ottobre per eventuali repliche.Il caso è quello che vede Issam Bazzi, 41 anni, di origini libanesi, all'epoca dei fatti guardia medica, sotto accusa con l'ipotesi di omicidio colposo, a seguito della morte di Francesco Romagnolo, il bimbo di Lusia spentosi in ospedale il 4 febbraio 2012 ad appena 30 mesi di vita.



Bazzi viene chiamato in causa perchè alcune ore prima dell'accesso al pronto soccorso la madre del piccolo lo aveva chiamato segnalando lo stato di malessere del bambino. Era da qualche giorno che il piccolo stava male, con febbre, diarrea e vomito. In precedenza era stata sentita anche la pediatra, che aveva prescritto tachipirina e fermenti lattici. Le condizioni non erano migliorate.



Tanto che era scattata, nelle prime ore del mattino, anche la chiamata alla guardia medica. Bazzi - al quale, giusto sottolinearlo, non era stato richiesto un sopralluogo di persona - sentiti i sintomi aveva raccomandato anche l'assunzione di un anti diarroico. Nel corso della giornata però le condizioni del bambino si erano aggravate. Sino ad arrivare alla corsa al pronto soccorso, seguita dal decesso, nel pomeriggio. Nell'ottica accusatoria, la guardia medica non avrebbe compreso appieno la gravità della situazione.



Ma la difesa nega risolutamente ogni nesso causale tra la telefonata, le indicazioni terapeutiche e il decesso. E, alla luce della propria consulenza, ricontestualizza anche la causa della morte. Presente alla discussione, ma non costituita parte civile, anche l'avvocato Lavinia Cantà, che tutela i genitori del piccolo Francesco. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino