ARIANO POLESINE - Un autovelox “scomparso” e uno che fa nascere un dubbio, con un cartello che fa involontario umorismo. Tutto ciò accade ad Ariano, nelle frazioni di Monti...
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Il problema sembra in parte risolto, con auto che corrono molto meno, viste le abitazioni che sono a ridosso della carreggiata e la nuova pista ciclabile. Però un problema sorge: quello dell'erba alta. Proprio il verde che si sta quasi letteralmente “mangiando” un autovelox, ormai quasi non più visibile, con le ovvie conseguenze.
La cosa accade a Monti, appunto frazione di Ariano, e il VeloOk (per chi riesce a vederlo) si trova sulla destra percorrendo la Sp 7 da Rivà a Taglio di Po. La postazione fissa che rileva velocità superiori ai 50 chilometri orari, quando è attiva, si scorge appena anche da poche decine di metri di distanza per la tanta erba e le pianticelle che lo circondano. Chi arriva in auto e non conosce la zona in primis deve sempre rispettare il codice della strada, ma non lo può vedere se non all'ultimo momento. Per evitare le solite polemiche su multe fatte da autovelox nascosti o poco visibili, sarebbe meglio tagliare l’erba, anche primariamente per “riattivare” la funzione di prevenzione che viene in ogni caso svolta, anche se l’apparato non è in funzione.
A Piano di Rivà, invece, si va piano. Sembra uno scherzo, ma è tutto vero. Il cartello segnaletico dell'ingresso nel centro urbano che di solito riporta la velocità massima dei 50 chilometri all'ora, ora riporta un limite di 20 chilometri: non piano, pianissimo. Il motivo è la nuova pavimentazione della strada, la stessa Sp 7 Rivà-Taglio di Po, che non permette di essere percorsa al momento a velocità superiori.
Non finisce qua, perch è 200 metri più avanti del cartello segnaletico della località di Piano, vi è un autovelox. La domanda degli abitanti sorge spontanea: sarà tarato per rilevare velocità oltre i 50 chilometri orari o quella nuova di 20?. Certo che se fosse tarato ai 20, qualche multa non tarderebbe ad arrivare per gli abitanti e chi è di passaggio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino