Meghan Markle, hater scatenati: Servizi segreti britannici in azione per proteggerla

Meghan Markle è finita sotto un pesante attacco. È servito infatti l'intervento dei servizi segreti britannici per porre fine a quella che stava...

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Meghan Markle è finita sotto un pesante attacco. È servito infatti l'intervento dei servizi segreti britannici per porre fine a quella che stava diventando una vera e propria persecuzione social da parte di haters fuori controllo ma decisi a distruggere la duchessa del Sussex. «Vai a casa», con tanto di emoticon a forma di banana, insulti pesantissimi a sfondo razziale e molto altro. Quasi quattromila tweet provenienti da una ventina di account con la sposa del principe Harry come unico obittivo.




Già la scorsa settimana Buckingham Palace era intervenuta per bloccare i troll sui social che avevano le due spose reali, Kate Middleton e Meghan Markle, nel loro mirino. Hanno pubblicato nuove linee guida che vietano il linguaggio offensivo, di incitamento all'odio e razzista sui profili sociale dei reali. E hanno spiegato che la nuova policy viene introdotta per mantenere un ambiente sicuro sui loro account, oltre a lanciare un appello agli utenti affinché mostrino «cortesia, gentilezza e rispetto».

Banditi quindi i post che «contengano spam, che siano diffamatori, ingannevoli, osceni, offensivi, minacciosi, che promuovano esplicito materiale sessuale o violento o discriminazione sulla base di razza, sesso, religione, nazionalità, disabilità, orientamento sessuale o età». La Royal Family su Twitter ha 3,87 milioni di follower. Il profilo Instagram di Kensington Palace ne conta 7 milioni. 

Ma l'attacco a Meghan Markle ha radici più profonde. Il razzismo è alla base di tutti e punta il dito contro l'etnia afroamericana dell'ex attrice e futura mamma. Un complotto organizzato nei dettagli sventato dall’MI6. Account creati per spaventare la duchessa del Sussex e diffondere calunnie sul suo conto così da metterla in cattiva luce nelle stanze reali e tra i sudditi della monarchia britannica.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino