Wikileaks, Fbi e Cia aprono un'inchiesta: «Nostra raccolta di informazioni è legale»

Wikileaks, Fbi e Cia aprono un'inchiesta: «Nostra raccolta di informazioni è legale»
Gli Stati Uniti hanno aperto un'indagine penale sulla pubblicazione dei documenti sulla Cia da parte di Wikileaks. È quindi iniziata la caccia alla talpa per scoprire...

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Gli Stati Uniti hanno aperto un'indagine penale sulla pubblicazione dei documenti sulla Cia da parte di Wikileaks. È quindi iniziata la caccia alla talpa per scoprire come i documenti della Cia siano finiti nelle mani di Wikileaks. L'obiettivo delle indagini coordinate avviate da Fbi e Cia - riporta la Cnn - è infatti quello di scoprire se dietro alla fuga di dati e notizie che ha innescato il Ciagate ci siano dipendenti o contractor federali. La Cia sta anche cercando di verificare se l'organizzazione di Julian Assange abbia in mano altri documenti ancora non pubblicati. La preoccupazione principale del governo è sia che Wikileaks possa pubblicare codici segreti che svelano come vengono compiute le operazioni dell'agenzia di intelligence, sia che hacker possano impossessarsi di strumenti per provocare il caos.


Fonti dei servizi Usa, citati dalla Cnn, affermano che ogni raccolta di informazioni compiuta attraverso le operazioni di intelligence descritte nei documenti pubblicati da Wikileaks è legale. Le stesse fonti spiegano che la raccolta dati è stata sempre condotta contro obiettivi all'estero.

Gli hacker stanno attaccando sempre di più i «nostri diritti fondamentali», ha affermato il direttore dell'Fbi, James Comey, commentando il Ciagate durante un forum sulla cyber sicurezza. Della stessa opinione l'ex direttore della Cia, Michael Hayden, che ha sottolineato come i documenti di Wikileaks sulla Cia siano «incredibilmente dannosi» e «ci mettono a rischio», invitando gli americani a non giungere a conclusioni affrettate. «Ritengo che Julian Assange sia un nemico degli Stati Uniti, e questo va tenuto a mente nel valutare le cose che dice. Lo so che gli americani usano Samsung e iPhone ma solo perchè abbiamo la capacità di entrare in questi dispositivi non vuol dire che lavoriamo contro gli americani».


La reazione di alcune della aziende hi-tech che sarebbero state colpite dagli hacker della Cia non si è fatta attendere: da Apple a Samsung, passando per Microsoft, si esprime preoccupazione e si testano i propri sistemi operativi. Ma si assicura come le ultime versioni siano sostanzialmente a prova di hacker, avendo risolto quasi tutte le vulnerabilità del passato. «Siamo consapevoli e stiamo indagando», afferma la sudcoreana Samsung, i cui tv di ultima generazione sarebbero stati utilizzati per spiare le conversazioni in uffici e case. «La protezione dei nostri clienti - aggiunge il gruppo asiatico - resta per noi la priorità delle priorità». E se Apple spiega come oramai circa l'80% dei suoi utenti abbia smartphone inattaccabili, con l'ultima versione del sistema operativo iOS sicura al 100%, Microsoft assicura come i propri esperti stiano studiando il rapporto di Wikileaks per capire quali possano essere i problemi reali per il sistema operativo Windows. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino