«Quelle ragazze le amavo davvero, non erano solo storie di sesso: non le ho mai costrette, non ho approfittato di loro». Tutte motivazioni che in tribunale non hanno...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Con loro, dopo essere riuscita a circuirle, aveva instaurato un rapporto torrido nel quale sfogava tutti i propri sogni proibiti, fotografandole in atteggiamenti erotici, inviando loro i propri selfie che la ritraevano nuda, scattando foto mentre facevano l'amore, istigandole a bere alcol e facendo sesso con loro dovunque fosse possibile, compresa casa sua dove viveva con il marito e i figli. L'ultimo incontro, quattro giorni prima dell'arresto.
Il giudice, che l'ha definita una manipolatrice con una personalità alla "Dottor Jekyll e Mr. Hyde", non si è intenerito neanche quando lei lo ha implorato, qualora fosse stata condannata, di concederle i domiciliari per il bene dei suoi figli, invece di mandarla in carcere. Giovedì l'ha condannata a 23 mesi di prigione a cui seguiranno 4 anni di libertà vigilata, con 500 ore da impiegare in servizi sociali, e 25 anni d'iscrizione nel registro dei predatori sessuali.
Una delle ragazze ha raccontato in tribunale come Randi l'abbia manipolata psicologicamente per anni. «Tu hai soffocato la mia crescita, perché io dipendevo da te - ha adetto in aula a Randi - Mi sentivo confusa, abbandonata, intrappolata. Hai preso tutto quello che era mio, compresa la mia innocenza. Hai usato il mio amore». Ora Randi avrà tempo per riflettere quanto male possa aver fatto il suo amore malato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino