Una sequenza allucinante con tutti i crismi del film horror: un bimbo autistico di 4 anni dato alle fiamme, sua madre che fugge dalla finestra all'arrivo della polizia e viene...
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Nella vasca da bagno c'era il piccolo Antonio Di Stasio, bruciato vivo con le mani legate dietro la schiena e una borsa di plastica in testa: accanto a lui una bottiglia aperta di olio da cucina e un porcellino d'India affogato nella sua gabbia. I vicini di casa hanno raccontato di aver sentito a lungo, poche ore prima della tragedia, le urla disperate di Antonio che implorava la madre di lasciarlo stare: «Per favore, mamma, fermati! Non lo farò più!». Poi il silenzio, senza che nessuno si sia preoccupato di andare a controllare cosa stesse accadendo. L'allarme è scattato solo quando un fumo anomalo ha cominciato a uscire da quella casa: ma ormai era troppo tardi.
La madre del ragazzo, la 23enne Amelia Di Stasio, è stata arrestata con l'accusa di omicidio di primo grado. Era stata vista fuggire mentre arrivava la polizia, poi si era messa a vagare nei dintorni. Quando è stata rintracciata era ancora sotto choc. Un detective ha rivelato che la donna, convinta che suo figlio fosse un cannibale, aveva effettuato sul telefonino ricerche su internet relative appunto a "come far morire un cannibale" e "come uccidere un cannibale". Inoltre aveva consultato un forum riguardante un gioco per computer sul tema dei cannibali in cui alcuni utenti suggerivano di "ucciderli con il fuoco!", mentre altri dicevano che ai cannibali piace "bagnarsi nell'olio" (e questo spiegherebbe la presenza della bottiglia trovata in bagno).
Ralph Di Stasio, padre della donna e nonno del piccolo, ha rivelato che Amelia ha sofferto in passato di problemi mentali. «È impossibile descrivere come ci si sente dopo una tragedia simile - ha detto a Fox6 - Spero che ora Antonio sia in paradiso, e pregherò perché ad Amelia venga dato un sostegno, se ne ha bisogno: e io credo proprio che ne abbia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino