Usa, rimosso il capo della polizia delle frontiere: era vicino a Trump nella campagna elettorale

Usa, rimosso il capo della polizia delle frontiere: era vicino a Trump nella campagna elettorale
Rodney Scott da qualche ora non è più il capo della polizia federale americana responsabile dei controlli lungo le frontiere. A dare la notizia del cambio ai vertici...

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Rodney Scott da qualche ora non è più il capo della polizia federale americana responsabile dei controlli lungo le frontiere. A dare la notizia del cambio ai vertici della US Border Patrol è stato il Washington Post, precisando che Scott ha postato una dichiarazione sui social media annunciando di aver ricevuto una lettera che gli offriva la possibilità di dimettersi, ritirarsi o trasferirsi. La comunicazione, ha spiegato, non è accompagnata da una motivazione, ma un semplice avviso pro forma che consentirà alla nuova amministrazione di assegnare all'incarico una persona di sua scelta. L'allontanamento di Scott era stato ampiamente previsto, spiega il giornale, sottolineando come molti dei suoi attuali ed ex colleghi fossero sorpresi del fatto che restasse in carica così a lungo dopo l'insediamento del presidente Joe Biden: durante la campagna presidenziale dello scorso anno, Scott è apparso più volte al fianco di Trump, difendendo con entusiasmo le sue politiche intransigenti, tanto da portare alcuni colleghi ad esprimere in privato timori e riserve.

Nel suo post, Scott precisa che rimarrà in carica per circa 60 giorni, senza al momento avere ancora deciso se lascerà la Border Patrol o accetterà una riassegnazione. Il vice capo Raul Ortiz lo sostituirà al vertice ad interim, secondo un funzionario del Dipartimento della sicurezza interna informato dei piani e citato dal quotidiano statunitense. La Us Customs and Border Protection ha fermato e posto sotto custodia più di 180mila migranti a maggio, il numero più alto registrato in un mese negli ultimi due decenni. Scott, insieme ad altri alti funzionari della Border Patrol, era infastidito per l'inversione di Biden rispetto alle politiche di Trump, da loro considerate efficaci, stando a conversazioni private riportate da colleghi - ex o ancora in servizio - e citate dal Washington Post.

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Il Gazzettino