Una persecuzione senza fine iniziata tra i banchi e perpetrata sui social. Una pressione psicologica che durava da mesi e che aveva costretto la famiglia di Natalie Natividad, una...
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Natalie era una ragazza piena di vita, fino a quando il suo sorriso è stato spento da una serie di bulli che hanno iniziato a perseguitarla. Tutto è iniziato a scuola: la prendevano in giro per il suo aspetto fisico e la ignoravano. Poi, dai corridoi dell'istituto Hebbronville Junior High School, i soprusi sono passati alla app “After School”, dove gli studenti si ritrovano anche lontani dal loro istituto. Ma per lei quella “piazza” on line si è trasformata in un inferno: continuava a ricevere messaggi in cui le dicevano di essere orribile e che la soluzione migliore per lei sarebbe stata quella di uccidersi. Natalie, dopo un periodo a casa voluto dalla famiglia per staccare da quel tormento che la perseguitava, è tornata a scuola e non ha retto al peso dell'oppressione. Venerdì è tornata a casa e ha ingerito una quantità tale di medicinali da uccidersi.
«Vogliamo solo giustizia per mia sorella – ha detto Connie Rodriguez tra le lacrime – Spero che i bulli si fermino. Natalie è morta, ma non devono esserci altri ragazzi che si tolgono la vita. Non ci devono essere altre famiglie che debbano subire il nostro stesso dolore».
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Il Gazzettino