Kerch in Crimea come Columbine in Colorado. Uno studente di 18 anni ha fatto irruzione nella scuola professionale che frequentava e ha ucciso diciotto dei suoi compagni prima di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Breivik, strage di ragazzi inseguiti e uccisi
Al politecnico della città affacciata su due mari, oggi era una giornata come tante. Gli studenti in pausa, il chiacchiericcio nei corridoi. Poi a un certo punto, la normalità si è trasformata in incubo. Prima un'esplosione, testimoniata da video circolati sul web nei quali si sente un forte botto e tanto fumo provenire dalla mensa dell'istituto. Da quella sala il killer, Vladislav Roslyakov, è partito cominciando a sparare alla cieca con un fucile da caccia per il quale aveva ottenuto la licenza solo pochi giorni fa. E ha proseguito di aula in aula, fino alla biblioteca dove si è suicidato.
Diciotto i compagni di scuola caduti, anche se gli inquirenti non hanno chiarito quanti siano morti a causa dell'esplosione nella mensa e quanti siano rimasti vittima della furia del 18enne. Le autorità locali e russe per ore hanno continuato a fornire notizie confuse. Prima hanno parlato di una fuga di gas, poi di un attentato terroristico, infine di 'omicidiò. «La sparatoria è avvenuta dopo l'esplosione.
«Mi sono ritrovato proprio in mezzo all'esplosione, vicino al buffet. Un compagno mi ha trascinato via, abbiamo cominciato a sentire degli spari ogni due-tre secondi», è il racconto alla Bbc di Igor. Momenti di terrore e panico durante i quali alcuni ragazzi hanno creduto di vedere diversi uomini, con il volto coperto, aprire il fuoco contro di loro. Ma al momento il colpevole resta solo Vladislav. Il bilancio è stato pesantissimo e dei quaranta feriti almeno sei si trovano in gravi condizioni, ma poteva essere ancora più atroce. Il killer infatti è stato trovato in possesso di un altro ordigno, che non è riuscito a far esplodere. Sulle ragioni del massacro gli inquirenti non si sbottonano. Da fonti vicine al ragazzo emerge una sua «forte ostilità» verso la scuola e un «desiderio di vendetta nei confronti degli insegnanti».
Il leader del Cremlino Vladimir Putin ha espresso le sue condoglianze e la sua vicinanza alle famiglie delle vittime e assicurato che i risultati delle indagini saranno resi pubblici. Ma intanto, mentre la gente di Kerch continua a lasciare fiori rossi in memoria degli studenti che hanno perso la vita, cominciano a sorgere le prime polemiche. Il Comitato della Crimea per i diritti del bambino si chiede come sia possibile concedere il porto d'armi ad un ragazzino di 18 anni e c'è chi invoca il rafforzamento delle misure di sicurezza nelle scuole, proprio come è avvenuto negli Stati Uniti.
Il Gazzettino