È stata «un attentato terroristico» l'uccisione, avvenuta giovedì in un bosco vicino a Gerusalemme, della 19/enne israeliana Ori Ansbacher, figlia di...
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Oggi ha ricostruito il delitto e ha descritto agli investigatori della polizia come abbia sorpreso la ragazza mentre passeggiava da sola nel bosco, come l'abbia sopraffatta e poi ripetutamente accoltellata. Lo ha tradito una traccia biologica lasciata sul terreno. «Un assassino disgustoso» ha affermato Netanyahu. Da parte sua la ministra della giustizia Ayelet Shaked - raccogliendo anche il messaggio giunto ieri da gruppi di dimostranti - ha affermato che per Irfaya sarà opportuno chiedere la pena di morte. Si tratta di una misura prevista in teoria dalla legge per le Corti marziali che operano in Cisgiordania. Ma essa è condizionata ad una esplicita richiesta da parte della pubblica accusa e all'approvazione unanime di un collegio di tre giudici militari.
Finora in merito non ci sono precedenti. La immagine sorridente di Ori domina le prime pagine dei giornali. Cresciuta in una comunità di ebrei osservanti, svolgeva un periodo di servizio civile in un centro sociale specializzato nel recupero di giovani disadattati. Nei momenti più difficili, hanno raccontato gli amici, amava immergersi nella natura. Nell'insediamento di Tekoa (dove per anni ha insegnato il rabbino Menachem Froman, un fautore della pace con i palestinesi) non si sono sentite invocazioni alla vendetta. I suoi compagni hanno preannunciato che in memoria di Ori, «che amava tanto il contatto con la natura», compiranno anch'essi escursioni nel vicino deserto della Giudea. Ma i servizi di sicurezza israeliani restano egualmente in stato di allerta nel timore che coloni-ultrà siano indotti da questo delitto a compiere attacchi di ritorsione contro la popolazione palestinese.
Da parte sua l'esercito ha compiuto un sopralluogo nella abitazione di Irfaya nella previsione che possa essere presto ordinata la sua demolizione.
Il Gazzettino