Uccide il pedofilo che abusò di sua figlia, condannato a 40 anni di carcere

Uccide il pedofilo che abusò di sua figlia, condannato a 40 anni di carcere
Uccide il pedofilo che ha abusato di sua figlia e viene condannato a 40 anni di carcere. La sentenza, che ha suscitato molte polemiche, arriva soltanto adesso dopo i fatti...

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Uccide il pedofilo che ha abusato di sua figlia e viene condannato a 40 anni di carcere. La sentenza, che ha suscitato molte polemiche, arriva soltanto adesso dopo i fatti accaduti nel 2014. Jay Maynor, 43 anni, ha ammesso di aver sparato per uccidere Raymond Earl Brooks, 59 anni, dopo aver scoperto che aveva abusato sessualmente della figlia quando aveva solo 4 anni.




Il pedofilo avrebbe abusato della piccola Julia, oggi 24enne e madre di tre figli, quando aveva solo 4 anni, per 5 anni. La piccola considerava Brooks come un nonno, l'uomo aveva adottato la madre della bambina e i due avevano da sempre avuto rapporti molto stretti, ma nessuno avrebbe pensato che il nonno adottivo potesse essere un pedofilo. Il 59enne, in sede di processo, ammise le sue colpe e fu condannato a una pena detentiva di 27 mesi.

Per Jay Maynor, però, come riporta anche il Daily Mail, la pena era troppo irrisoria e ha deciso di farsi giustizia da solo uccidendo, sparandogli, lo stupratore della sua bambina. La furia di Maynor fu tale che poco prima provò ad uccidere un altro uomo che somigliava all'aguzzino della figlia, che però fortunatamente rimase illeso. L'uomo è stato quindi accusato di omicidio del pedofilo e del tentato omicidio del presunto tale, così da essere condannato a 40 anni totali con l'accusa di omicidio volontario e tentato omicidio.

La figlia Julia ha difeso il padre: «Il mio è un padre meraviglioso, il migliore. Purtroppo per quanto mi riguarda ogni giorno rivivo quei momenti, la mattina fatico ad alzarmi dal letto. Ho provato una terapia ma non ha funzionato», ammettendo che per lei andare avanti dopo quanto è accaduto nella sua infanzia è difficile e che suo papà ha solo cercato di proteggerla. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino