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È accusato di aver ucciso, smembrato e bruciato sua moglie, ma sarà rilasciato dopo 4 anni. Lui si chiama Raúl Díaz ed è sotto indagine per aver assassinato Romina Celeste Núnez in un barbecue a Costa Teguise (Lanzarote). Lunedì prossimo (16 gennaio) saranno quattro anni da quando è entrato in carcerazione preventiva senza che si sia tenuto un processo e quindi dovrà essere rilasciato.
Il pericolo di fuga
La Procura ha già chiesto al gip provvedimenti cautelari. Quali? La quotidiana comparizione in giudizio, ma non è stata ancora fissata nemmeno la data del processo. La famiglia di Romina ha già avvertito del rischio di fuga di Díaz.
Chi è la vittima
Romina Celeste aveva 29 anni. Era paraguaiana. Il marito, un ingegnere industriale di 44 anni, si è difeso dicendo di essere tornato a casa la notte di Capodanno dopo aver fatto uso di droghe e di averla trovata morta.
L'allarme dei vicini
Come riportato dal quotidiano spagnolo Abc, i vicini si sono allarmati per il fetore e le fiamme. Si sono presentati a casa e lui, con calma, ha detto loro che stava preparando una grigliata. Una settimana dopo, dopo le insistenti telefonate della madre di Romina, si è presentato alla caserma della Guardia Civil e ha denunciato la scomparsa della moglie.
L'intercettazione
L'arresto è arrivato il 13 gennaio di 4 anni fa. La Guardia Civil lo ha arrestato dopo aver intercettato il suo telefono. A un parente raccontava di come si era disfatto del corpo di Romina. Dopo aver bruciato una parte nel barbecue, ha smembrato il resto e lo ha messo in sacchi della spazzatura. Poi ha noleggiato un'auto e si è recato nella zona di Los Hervideros a Costa Teguise, dove avrebbe gettato tutto in mare. Ha detto inoltre di aver scelto i punti che a Romina piacevano di più dell'isola. Il corpo di lei, però, non è stato ritrovato. Ad eccezione di un piccolo pezzo di polmone. Da questo è stato possibile estrarre il DNA che ha confermato l'identità, anche se non è stato sufficiente per determinare la causa della morte.
Il processo e la scarcerazione
Dal 16 gennaio, Raúl Díaz, padre di due figlie nate da un'altra relazione e ingegnere industriale di successo, è in carcere e attende un processo senza data. La Procura chiede per lui 20 anni e due mesi di reclusione in quanto autore di sei reati. La Procura ha chiesto al tribunale di imporre a Raúl Díaz la comparizione quotidiana, il ritiro del passaporto e il divieto di lasciare il Paese fino allo svolgimento del processo. L'accusa insiste che cercherà di scappare.
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