Uccide la fidanzata per gelosia e dorme accanto al cadavere per tre giorni: a processo

Uccide la fidanzata per gelosia e dorme accanto al cadavere per tre giorni: a processo
Strangola a mani nude la fidanzatina al culmine di una lite per gelosia, poi dorme accanto al suo cadavere per tre giorni. Paulo Eduardo dos Santos, 18 anni, del Mato Grosso do...

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Strangola a mani nude la fidanzatina al culmine di una lite per gelosia, poi dorme accanto al suo cadavere per tre giorni. Paulo Eduardo dos Santos, 18 anni, del Mato Grosso do Sul, Brasile, è accusato di aver ucciso la diciassettenne Jheniffer Caceres de Oliveira. Ma riavvolgiamo il nastro della vicenda. I due ragazzi avevano trascorso la serata in discoteca, avevano bevuto qualcosa in più, e quando lei in pista ha ballato con un altro ragazzo lui è andato su tutte le furie. Tornati a casa hanno continuato a litigare, i vicini hanno sentito urlare. Poi il silenzio. Sembrava pace fatta e invece Paulo aveva strangolato prima con le mani e poi con un cavo elettrico e un collare per cani il suo «primo amore».


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La polizia ha scoperto il corpo della 17enne solo tre giorni dopo la sua morte, quando i vicini di casa hanno segnalato un forte odore provenire dall’appartamento dove i ragazzi erano andati a vivere da poco tempo. E quando hanno chiesto conto a Paulo, lui ha risposto «mi è morto il cagnolino e non ho trovato un posto dove seppellirlo».  Il corpo è stato trovato in avanzato stato di decomposizione nel letto della coppia. Il fatto è accaduto alla fine di marzo, ma le indagini si sono chiuse da poco anche se lui era subito finito in carcere. Gli avvocati del ragazzo a luglio avevano chiesto la libertà provvisoria, ma è stata respinta dai giudici. Il processo è fissato per il 24 settembre presso il II tribunale penale di Sidrolandia, nella regione centro-occidentale del Brasile. La famiglia Jheniffer chiede «giustizia esemplare». Quando si erano perse le tracce della ragazza l’avevano cercata giorno e notte con la polizia e i volontari. «Lui aveva detto che avevano litigato e che era andata via di casa, e invece l’aveva già ammazzata. Deve restare in carcere a vita». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino