«Taglieremo la testa» alle reti dei golpisti. Davanti a decine di migliaia di sostenitori accorsi alla sua marcia di unità nazionale, sul primo ponte che...
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Il bagno di folla sul Bosforo è solo l'antipasto della lunga notte di commemorazioni per quella che ha definito l'epica del 15 luglio.
Il presidente parla per quasi un'ora davanti a una folla che lo interrompe solo per osannarne il nome e chiedere a gran voce il ritorno della pena di morte. E lui non la delude, ribadendo di essere pronto ad approvarla «senza alcuna esitazione», se il Parlamento la votasse. Ascoltato in prima fila dai familiari dei martiri, le vittime e i feriti del putsch, promette che «chi ha tradito pagherà», esalta il coraggio dei 106 deputati che si riunirono nel Parlamento sotto attacco golpista e torna ad attaccare - senza mai nominarlo esplicitamente - il leader dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu, assente stanotte. Erdogan gli rimprovera di aver definito quello del 15 luglio come un «colpo di stato controllato», cioè previsto e non evitato per poi cavalcarlo. La festa istituzionale - con lo speaker del Parlamento e il capo di stato maggiore a fianco del presidente - si trasforma in una celebrazione personale del capo. Della Turchia che un anno fa si unì contro il golpe, nella notte di Ankara resta solo il ricordo.
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Il Gazzettino