Turchia, cacciate 4 Ong straniere: «Motivi di sicurezza». Una è italiana

Turchia, cacciate 4 Ong straniere: «Motivi di sicurezza». Una è italiana
Le autorità turche hanno interrotto le attività nel Paese di 4 ong internazionali, tra cui l'italiana Cosv (Coordinamento delle organizzazioni per il servizio...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Le autorità turche hanno interrotto le attività nel Paese di 4 ong internazionali, tra cui l'italiana Cosv (Coordinamento delle organizzazioni per il servizio volontario), adducendo ragioni di «sicurezza nazionale». Lo riporta Hurriyet. Le altre ong sono le americane Mercy Corps e Bsa (Business Software Alliance Incorporation) e la britannica Inso (International Ngo Safety Organization).


Il permesso all'italiana Cosv è stato revocato a gennaio, così come all'Inso, mentre il mese successivo il provvedimento ha riguardato Mercy Corps e Bsa, scrive Hurriyet. Un'altra ong, la Turkish Coalition of America, ha invece ritirato a febbraio la richiesta di aprire un ufficio in Turchia.

«Accanto a Gaziantep e Hatay, dove sono ospitati dei rifugiati, queste organizzazioni hanno anche chiesto licenze per operare a Diyarbakir», dove «ci sono pochi migranti», ha dichiarato il vicepremier turco, Veysi Kaynak, sostenendo che la richiesta è apparsa sospetta.

«Non c'è così tanto interesse per Kilis, che ha una popolazione di rifugiati» maggiore, ha aggiunto, citato da Anadolu. Complessivamente, secondo Ankara, sono 48 le ong e fondazioni straniere che hanno operato finora in Turchia, occupandosi della crisi dei rifugiati siriani.

La replica. «La nostra autorizzazione annuale per operare in Turchia è scaduta il 15 gennaio. Finora non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione dalle autorità turche rispetto alla richiesta di rinnovo, né alcuna motivazione, e quindi abbiamo sospeso tutte le nostre attività nel Paese». Lo ha detto Paolo Comoglio, direttore generale del Cosv, interpellato dall'ANSA sullo stop alle attività della sua ong in Turchia, dove era impegnata «dal 2015». Il mancato rinnovo dei permessi riguarda anche almeno altre 3 organizzazioni straniere.

«Abbiamo lavorato in Turchia dal 2105, con autorizzazioni rinnovate annualmente. Le nostre attività si sono svolte nelle zone di Kilis, Gaziantep, Hatay e Istanbul, con interventi di supporto allo sviluppo socio-economico delle comunità locali e dei rifugiati siriani.


La nostra sede a Gaziantep al momento è chiusa, e il nostro personale straniero non si trova più in Turchia», ha spiegato Comoglio, precisando che il Cosv «non ha chiesto di espandere le attività nella zona di Diyarbakir», nel sud-est a maggioranza curda. Il vice-premier turco, Veysi Kaynak, aveva indicato una richiesta di questo tipo tra le ragioni del mancato rinnovo dei permessi ad alcune ong. «Sappiamo di non essere l'unica organizzazione in questa situazione, ma non abbiamo ricevuto alcuna motivazione ufficiale. Uno studio legale locale sta seguendo le pratiche per conto nostro», ha concluso Comoglio.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino