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Dai laboratori del Massachusetts Institute of Technology (Mit), negli Stati Uniti, arriva una nuova sperenza per la lotta ai tumori attraverso il risveglio del sistema immunitario. La strada per arrivare alla sperimentazione sull'uomo è ancora molto lunga, ma l'obiettivo - condiviso con molti altri gruppi di ricerca di tutto il mondo - è ambizioso: sconfiggere ogni forma tumorale con l'immunoterapia. Addirittura entro il 2050, come profetizzato dall'immunologo giapponese Tasuku Honjo in occasione della premiazione con il Nobel per la Medicina, ricevuto nel 2018 a Stoccolma insieme all'americano James P. Allison proprio per gli studi pionieristici condotti nel campo dell'immunoterapia.
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Attualmente questo tipo di lotta intelligente al cancro sfrutta diversi farmaci: tra i più usati ci sono quelli che 'risvegliano' i 'guardiani' del sistema immunitario (i linfociti T) diventati incapaci di attaccare le cellule impazzite.
Nei loro esperimenti, pubblicati sulla rivista Science Signaling, i ricercatori hanno provato a trattare le cellule tumorali in provetta con vari chemioterapici a dosi differenti: hanno così scoperto che le cellule danneggiate nel Dna ma ancora vive sono più efficaci rispetto a quelle morte nel richiamare l'attenzione del sistema immunitario. Le cellule 'moribonde', infatti, emettono segnali di allarme che inducono i linfociti T a distruggere ogni cellula tumorale presente nei paraggi. Il trattamento, sperimentato su topi con melanoma e tumore della mammella, ha dimostrato di eliminare completamente la malattia nel 40% dei casi. Inoltre, quando nuove cellule tumorali sono state iniettate nei topi a mesi di distanza, i linfociti T sono riusciti a riconoscerle e distruggerle prima che potessero formare nuovi tumori. Yaffe spera di poter sperimentare questo approccio in pazienti che non rispondono alla tradizionale immunoterapia, ma prima saranno necessari nuovi studi per determinare quali farmaci impiegare e a quali dosi per i diversi tipi di tumore.
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