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La Corte suprema conferma l'eleggibilità di Donald Trump in Colorado, uno dei 15 Stati che vota domani nel Super Tuesday. I giudici hanno accolto il ricorso dell'ex presidente contro la decisione della corte suprema statale di bandirlo per il suo ruolo nell'assalto al Capitol in base al 14esimo emendamento, che vieta le cariche pubbliche ai funzionari coinvolti in insurrezioni contro la costituzione. La sentenza farà da precedente anche per tutti gli altri ricorsi pendenti negli altri Stati.
Trump eleggibile
L'eleggibilità del tycoon era stata impugnata da un gruppo bipartisan di sei elettori, quattro repubblicani e due indipendenti, e la corte suprema del Colorado gli aveva dato ragione il 19 dicembre scorso.
Anche il Maine e l'Illinois avevano escluso Trump dal voto in base al 14esimo emendamento ma adesso dovranno adeguarsi alla sentenza dei nove saggi. La Corte suprema dovrà sciogliere a breve un altro nodo, quello dell'immunità presidenziale invocata da The Donald nel processo federale per i tentativi di sovvertire il voto del 2020, culminati nell'assalto al Capitol.
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Il tycoon: «Grande vittoria per l'America»
«Una grande vittoria per l'America». Così Donald Trump dopo la decisione della Corte Suprema sulla sua eleggibilità in Colorado.
Le motivazioni della Corte
Gli Stati non hanno l'autorità per rimuovere un candidato presidenziale in base al 14/mo emendamento, ossia la «clausola di insurrezione» della Costituzione. Questo potere c'è l'ha solo il Congresso. È la motivazione con cui la Corte suprema ha confermato l'eleggibilità di Trump in Colorado, senza entrare però nel merito se si sia impegnato in una insurrezione contro il Capitol.
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Il Gazzettino