Poteva essere una delle conversazioni telefoniche più scorrevoli per il presidente americano da poco insediato alla Casa Bianca, quella con il premier di un paese amico ed...
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Trump, che il giorno prima aveva firmato il decreto sull'immigrazione si è lamentato dell'intesa, «la peggiore mai raggiunta», ha detto che «sarebbe stato ucciso» politicamente ed ha accusato l'Australia di cercare di esportare i «prossimi attentatori di Boston». Poi - ieri - è tornato sulla vicenda con un tweet: «Ci crederete? L'amministrazione Obama ha acconsentito ad accogliere migliaia di immigrati illegali dall'Australia. Perché? Studierò questo accordo ottuso». Da notare che poco prima del tweet l'ambasciata americana a Canberra assicurava ai reporter australiani che la nuova amministrazione avrebbe onorato l'accordo. «La decisione del presidente Trump di rispettare l'intesa sui rifugiati non è cambiata», aveva replicato un portavoce dell'ambasciata parlando con i giornalisti. Una conferma proveniente dalla Casa Bianca, girata al Dipartimento di Stato, infine arrivata alla sede diplomatica alle 13.15 ora di Canberra. L'ambasciata, riferisce ancora il Washington Post, sarebbe stata informata che l'accordo restava valido alle 21.15 ora di Washington, un'ora e 40 minuti prima del tweet di Trump.
Intanto è giallo su un'altra telefonata fatta da Donald Trump, stavolta con il presidente messicano Enrique Pena Nieto, venerdì scorso. Da una trascrizione della telefonata, ottenuta da Associated Press, Trump avrebbe minacciato Pena Nieto di inviare le truppe americane se il suo governo non fermerà quelli che ha definito i "bad hombres". «Avete un sacco di "bad hombres" (persone cattive) laggiù», avrebbe detto Trump, aggiungendo: «Non state facendo abbastanza per fermarli. Penso che i vostri soldati abbiano paura. I nostri no, potrei inviarli laggiù per occuparsi della questione». Dalla Casa Bianca al momento nessun commento. Mentre il governo messicano avrebbe liquidato il documento - riporta l'Ap - definendolo «un resoconto non accurato». Si tratta di segnalazioni che «non corrispondono alla realtà» è scritto in un messaggio pubblicato sull'account Twitter del ministero degli Esteri messicano. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino