Donald Trump riprende il "thank you" tour post elettorale in Nord Carolina col nuovo capo del Pentagono James Mattis e continua i colloqui per completare la sua squadra...
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La Casa Bianca ha contestato le cifre, senza però fornire dettagli: «Alcuni dei numeri che sono stati citati non sembrano riflettere la natura dell'accordo finanziario tra Boeing e il dipartimento della Difesa», ha detto il portavoce Josh Earnest. Anche Boeing ha replicato, precisando che al momento ha solo un contratto da 170 milioni di dollari per determinare le capacità del nuovo velivolo presidenziale. «Non vediamo l'ora di lavorare con l'aviazione militare Usa sulle fasi successive del programma per poter consegnare il miglior aereo per il presidente al miglior prezzo per il contribuente americano», ha assicurato il portavoce Todd Blecher. Il governo ha negoziato con Boeing la costruzione di due o più Air Force One che entreranno in servizio intorno al 2024. I costi previsti dal budget per gli anni fiscali dal 2015 al 2021 sono di 2,87 miliardi di dollari. Ma, al di là delle cifre, pare inevitabile la collisione tra le ambizioni economiche dell'azienda aeronautica e la battaglia per ridurre costi e sprechi pubblici da parte del tycoon, che preferirebbe volare sul proprio jet e che ha già annunciato anche di voler rinunciare allo stipendio presidenziale.
La nuova polemica non ha spento quella innescata dalla telefonata fra Trump e la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen, con tanto di proteste ufficiali di Pechino e contro sfida di Trump su dazi e cambi. Un gesto che ha violato la politica americana in vigore dal 1979 di riconoscere una sola Cina ("One China"). È solo il primo esempio di come potrebbe cambiare la politica estera americana verso molti Paesi, dal Giappone alla Corea del Sud, dalla Siria a Israele, dall'Iran alla Russia, passando per la Nato. Per questo c'è tanta attesa per la nomina del segretario di Stato, dopo le altre della nuova amministrazione Trump che segnalano l'intenzione di cancellare gran parte dell'eredità di Obama. Tra i candidati a colloquio oggi c'è anche Rex Tillerson, presidente e ceo della Exxon.
Intanto Trump cerca consigli da Kissinger, che torna nei panni di grande mediatore: l'ex numero uno della diplomazia americana durante le amministrazioni di Richard Nixon e Gerald Ford è di ritorno da Pechino, dove venerdì scorso ha incontrato anche il presidente cinese Xi Jinping, proprio nelle ore in cui scoppiava la polemica sulla telefonata con la presidente di Taiwan.
Il Gazzettino