Morire di lavoro. Centocinquantanove ore di straordinario in un mese in cui ha preso solo due giorni liberi. È la storia Miwa Sado, una reporter 31enne che lavorava per...
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Il Giappone si trova così ancora una volta ad affrontare un problema diffuso a tal punto da avere un nome preciso in giapponese e cioè karojisatsu che letteralmente significa 'suicidio dovuto all'eccesso di lavoro'.
Nonostante la morte sia avvenuta più di 4 anni fa la notizia è stata resa pubblica solo ora. La morte di Sado dovrebbe aumentare la pressione sulle autorità giapponesi per affrontare il gran numero di decessi attribuiti alle eccessive ore di lavoro dei dipendenti giapponesi. Tra l'altro la notizia arriva un anno dal decesso di un altro giovane impiegato nell'agenzia pubblicitaria Dentsu: il 24enne si suicidò. Sui social, alcune settimane prima di togliersi la vita, aveva scritto: 'Voglio morire'. E ancora: 'Sono distrutto mentalmente e fisicamente".
La notizia sollevò un dibattito nazionale sull'atteggiamento del Giappone e la cultura dei giapponesi nei confronti del lavoro, quel voler dimostrare la loro dedizione sebbene non sia dimostrato che la produttività migliori.
Secondo il governo, più di 2.000 giapponesi si sono uccisi a causa dello stress legato al lavoro nel corso dell'anno da marzo 2016 a oggi, mentre altre decine di persone sono morte da attacchi di cuore, colpi apoplettici e altre complicazioni legate al troppo tempo trascorso al lavoro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino